nostro inviato a Firenze
Berlino è sempre più lontana. NellItalia, a tre anni dal trionfo tedesco, si respira aria di rinnovamento. Inevitabile tra gli infortuni (se ne contano otto in questo raduno) e le rinunce ad alcuni campioni del Mondo, da tempo ai margini del gruppo azzurro. UnItalia nuova, dunque, ma il solito Lippi. Molto irritato dal fatto che si continui a parlare sin dallinizio del raduno fiorentino di Amauri e Cassano, «fantasmi» ingombranti che aleggiano sul futuro (sicuro o quasi per il brasiliano, impossibile per il barese) in Nazionale. Al ct non piace lidea di uneventuale contestazione a Bari per lassenza di Totò (anche se gli ultras della squadra pugliese hanno assicurato agli azzurri solo tifo e incitamento) e non gradisce che lattenzione venga spostata dal gruppo che sta nascendo.
Lundici che dovrà affrontare il decisivo doppio impegno con Montenegro (domani a Podgorica) e Irlanda (mercoledì prossimo allo stadio San Nicola) comprende «solo» sette reduci della vittoria mondiale otto se si considera Amelia, riserva di Buffon -. Se la difesa pare obbligata (con lesordiente Motta che ha piacevolmente sorpreso lo staff azzurro e si candida a prima riserva di Zambrotta), la novità vera sarà Palombo, buttato allo sbaraglio a Ferragosto 2006 nella «sperimentale» di Livorno, che rappresentò lesordio dellera Donadoni, e ora «ripescato» con i gradi di vice Gattuso al fianco di Pirlo e De Rossi. «I miei idoli precisa il sampdoriano con un possibile futuro nella Fiorentina e sarà un sogno giocare al loro fianco. Daltronde ho sempre preferito compagni di reparto italiani, sono tanti i bravi centrocampisti di casa nostra». E a Coverciano ce ne sono alcuni che scalpitano, dai redivivi Brighi (una sola presenza con Trap nel 2002 a Trieste contro la Slovenia) e Foggia (due gettoni azzurri, lultimo a Siena con il Sudafrica un anno e mezzo fa) al talentino viola Montolivo, attualmente però in cattive condizioni di forma.
Diverso il discorso di Di Natale, trait dunion tra la gestione Donadoni e quella bis di Lippi. Guardando la batteria offensiva schierata dal ct viareggino nelle prime sette partite, lala dellUdinese è sempre partito titolare (unica eccezione la partita con la Grecia del novembre scorso, ma non fu nemmeno convocato a causa di qualche guaio fisico). Sarà così anche in Montenegro, dove affiancherà un altro pezzo di Udinese (Pepe o Quagliarella, provati entrambi a ripetizione nei primi tre giorni di lavoro) e Iaquinta.
Lo juventino fa gruppo proprio con gli ex compagni di squadra ai quali ha chiesto anche di fermare domenica prossima lInter per riaprire la lotta scudetto - e in assenza di Toni e Gilardino sarà il terminale principale dellattacco azzurro. Giuseppe Rossi, per il quale il ct stravede, verrà tenuto in caldo per lIrlanda, il Pazzini già convincente avrà bisogno di ambientarsi ancora un po.
Il giocatore calabrese fu la mossa a sorpresa di Lippi in Scozia nel 2005 (quando fece coppia con Vieri) e da allora è stata una presenza costante nelle convocazioni del ct viareggino. A Iaquinta, mai schierato da punta centrale in azzurro, verranno chiesti i gol per scardinare la difesa montenegrina ma finora in azzurro se ne conta uno solo (con il Ghana nella prima partita del Mondiale tedesco) in 25 partite. «Non mi sento inferiore a nessuno, ora che sto bene e gioco con continuità nella Juve», il grido di battaglia del calciatore bianconero.
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