(...) è stata unulteriore ferita alla memoria delle famiglie vittime delleccidio. Non solo e non tanto per quel che ha detto il sindaco, quanto per il modo in cui la cerimonia è stata condotta: «Mi aspettavo un discorso giustificazionista come quello che ho sentito - commenta Cramer - ma il resto per noi è inaccettabile, non abbiamo contestato come avrebbero fatto altri, noi siamo civili, ma i nostri morti non sono di serie B».
«Il sindaco - il racconto di Cramer - è arrivato a questa cerimonia organizzata così un po alla carlona, in modo frettoloso, ed era chiaro il suo intento di fare toccata e fuga. Ha calcando la mano sul fascismo più che sui reali responsabili della tragedia, e questo ce lo aspettavamo, ma soprattutto pochi secondi prima del suo intervento ho saputo dal suo ufficio di gabinetto che nessuno, oltre a lui, avrebbe avuto la parola. Non è mai successo. Il sindaco evidentemente è uno di quelli che predicano bene ma poi..».
Che Pisapia non tenesse particolarmente alla ricorrenza lo si poteva immaginare. Il precedente lo ha ricordato ieri Paola Frassinetti, deputata del Pdl: da deputato di Rifondazione Comunista, l11 febbraio del 2004, Pisapia è stato uno dei 15 a votare contro la legge istitutiva. Sullepisodio di ieri si è scatenata una polemica. Il vicepresidente del Consiglio comunale, Riccardo De Corato, ha parlato di «un affronto, unoffesa grave agli esuli» e ha quindi annunciato uninterrogazione in Consiglio. Palazzo Marino ha cercato di correre ai ripari.
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