Follia ultrà: la tifoseria divisa sull’appoggio al presidente

«Ringrazio le moltissime espressioni di solidarietà e affetto con cui i tifosi ci hanno sommerso in queste ore»: sono passate le 8 di sera quando il presidente del Genoa Enrico Preziosi commenta «le migliaia di messaggi» che i tifosi hanno mandato alla società attraverso il sito ufficiale «per dimostrare sostegno al presidente e alla squadra» dopo la clamorosa protesta degli ultrà domenica al Ferraris. Ma il joker aggiunge altro, in una lunga lettera aperta pubblicata sul sito della società: «Quanto accaduto domenica a Marassi lascia certamente umiliati ed offesi, ma da qui si deve ripartire per una riflessione che porti ad una maggiore cultura sportiva, a comportamenti più idonei, a regole più rigide. Le immagini di domenica pomeriggio sono state negative: da qui si deve ripartire per una riflessione che porti a una maggiore cultura sportiva, a comportamenti più idonei, a regole più rigide». Preziosi ammette che «in quei momenti possono essere state fatte scelte sbagliate, ma certamente in buona fede», in una situazione inedita e inaspettata. «Avrei auspicato - aggiunge il presidente - anche una maggiore solidarietà istituzionale. Di certo su un punto vorrei essere chiaro: la lotta alla violenza e la maggior sicurezza negli stadi sono sempre stati un obiettivo per il Genoa, sotto la mia gestione». La conclusione: «Mi piacerebbe pensare a un futuro diverso, a valori che il club più antico d’Italia ha sempre coltivato e portato avanti. E in questi valori in cui crede e crederà, cresce l’intero movimento dalla prima squadra al settore giovanile».
Il Genoa, intanto, ha apprezzato la visita del presidente dell’Aic Damiano Tommasi, che ha pranzato con i giocatori portando loro la solidarietà dell’ associazione. «C’è voglia di reagire - dice la società - di concentrare le energie in modo positivo». La contestazione viene ridimensionata: «a fronte di un gruppo molto ristretto di ultrà vediamo l’affetto di migliaia di genoani desiderosi di sostenere presidente, società e squadra». Ma a fare da contraltare alle manifestazioni di solidarietà, sui siti rossoblù, sette gruppi di tifosi del Genoa in cui militano anche gli ultras della protesta al Ferraris, hanno pubblicato un duro documento di risposta al presidente che dopo la gara ha definito «delinquenti quei 60-70 tifosi» auspicando per loro la galera. «L’abbiamo sentita parlare di “moralità sportiva”, è stato divertente, da anni non avevamo occasione di ridere così allegramente» hanno scritto i sette (5r, Gav, Old Block, Brigata Speloncia, Figgi do zena, Sette settembre e Gir). Preziosi è accusato di «avere preso il Genoa per fare i propri affari» ed è equiparato ai predecessori perché «vende al primo suono di moneta i più richiesti». Intanto degli ultras che domenica scorsa si sono resi responsabili dell’interruzione di Genoa-Siena ne sono già stati identificati 30, «e per 15 di loro sono già stati emessi i relativi daspo». Per gli altri le indagini proseguono, «ma tutti i leader sono stati identificati», ha riferito il questore di Genova, Carlo Maria Mazza, precisando che «l’azione investigativa è meticolosissima, e in tempi brevi porteremo la relativa relazione in Procura». Finora il sostituto procuratore di Genova Biagio Mazzeo, incaricato di seguire il caso, ha ricevuto in Procura otto daspo. I provvedimenti riguardano «tutti i leader», che rischiano di non poter più metter piede allo stadio per cinque anni. Sono persone fra i 30 e i 40 anni, tranne una che è del 1991.

«A questi provvedimenti ne seguiranno altri» ha detto Mazza, precisando che «in tempi brevi» la Questura fornirà alla Procura una minuziosa relazione sia su quanto accaduto domenica scorsa al Ferraris, sia sulle relative responsabilità individuali.

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