Roma - Alla fine l'ex leader dell'Udc Marco Follini ha rotto gli indugi. Va con la sinistra. ''Cerchiamo di non guardare la crisi dal buco della serratura, non giocare con il pallottoliere ma provare a capire di cosa ha bisogno il paese in questo passaggio difficile''. Con questa frase l'ex vice premier del governo Berlusconi spiega, in un'intervsta al Corriere, la sua decisione di sostenere Romano Prodi. "Votare con Oliviero Diliberto non mi imbarazza, non più di quanto mi abbia imbarazzato votare con Roberto Calderoli'' e poi aggiunge: ''Io non faccio da stampella. Non milito da quella parte. Indico obiettivi che dovrebbero appartenere al senso comune degli uni e degli altri. Il mio è il tentativo di sottrarre il governo, e quindi la politica, alle pressioni delle minoranze più laterali. Mi propongo di partecipare, se ci riesco, alla costruzione di un nuovo centrosinistra, e di ancorare questa costruzione più vicino al centro''.
Follini spiega poi di non essere interessato a posti di ministro (''ho molti difetti, ma l'attaccamento alla poltrona non è tra questi'') e ricorda l'esperienza morotea (''nei confronti del Pci ci fu attenzione, dialogo, anche un po' di consociativismo, ma la delimitazione non venne mai meno'') per tentare di uscire da un 'bipolarismo muscolare''. Dice quindi di ''sentirsi sollevato'' all'idea di poter ritrovare Casini come compagno di viaggio e di non temere che insulti possano accompagnare, in Parlamento, la sua scelta.
''Se deve accadere - spiega - preferisco essere tra gli aggrediti che tra gli aggressori''. Per quanto riguarda poi una nuova legge elettorale la sua preferenza va al modello tedesco e sui Dico: ''non li demonizzo. Non sono il primo problema nell'agenda del paese''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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