Malgrado il peso della recessione mondiale e Unicredit non abbia staccato alcuna cedola in contanti, la Fondazione Crt ha chiuso il 2009 con un risultato di gestione pari a 219 milioni. Il bilancio è stato approvato dal consiglio di amministrazione e passerà ora al vaglio del consiglio di indirizzo dell'ente torinese che è grande azionista della banca di Alessandro Profumo accanto a Cariverona, Carimonte e ai fondi sovrani libici.
L'avanzo di esercizio ha consentito a Crt di garantire un consistente aiuto al territorio, sia in termini economici (le erogazioni sono ammontate a 175 milioni di euro, il massimo mai raggiunto dalla Fondazione) sia in termini di capacità progettuale. L'ente ha inoltre rafforzato la propria solidità: a fine dicembre il patrimonio netto è salito da 2.706 a 2.824 milioni.
«In quest'epoca di forti timori ed incertezze che vedono il ridursi delle risorse disponibili sul territorio - ha commentato il presidente Andrea Comba - la Fondazione Crt ha potenziato il sostegno al sistema territoriale senza dover utilizzare il proprio fondo di stabilizzazione delle erogazioni: un chiaro indice di capacità e solidità».
Le risorse assegnate dalla Fondazione all'attività istituzionale dal 1991 ad oggi raggiungono i 1,3 miliardi. «La quota erogata secondo i principi del venture philanthropy - ha sottolineato il segretario generale, Angelo Miglietta - è stata riservata agli interventi con la regia di Fondazione Sviluppo e Crescita - Crt, che dalla sua costituzione a oggi è stata dotata di 220 milioni.
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