Fondazione Roma apripista per la cultura

Nasce un nuovo modo di fare cultura: pubblico e privato, finalmente si incontrano uniti dalla stessa passione.
É ben noto, infatti l’impegno della Fondazione Roma nel campo dell’Arte e della Cultura. Nel panorama delle operating foundation e delle iniziative strutturali a carattere continuativo realizzate per rispondere alle grandi emergenze del territorio di operatività, questa attività si pone accanto agli interventi rivolti alla Sanità, alla Ricerca scientifica, all’Istruzione e all’Assistenza delle categorie sociali deboli.
Proprio in campo culturale, per volontà del suo presidente Emmanuele F.M. Emanuele, la Fondazione Roma ha già dato vita a una serie di iniziative di successo, tra cui la Fondazione Roma Museo, l’Orchestra Sinfonica di Roma e la Fondazione Roma Mediterraneo. Tutte realizzate nella convinzione che la cultura sia un linguaggio universale, uno strumento di inclusione sociale, in grado di rafforzare il senso di appartenenza e di combattere, con la bellezza e la conoscenza, l’oscurità dell’ignoranza e dell’emarginazione. Con l’obiettivo di mantenere e rafforzare questo impegno, la Fondazione Roma ha quindi cercato di condividere fattivamente i suoi sforzi con tutti i soggetti che dimostrano una concreta e comune sensibilità, per dare sempre maggiore lustro a Roma come polo culturale e artistico di rilevanza mondiale. Questo impegno è stato coronato, dallo scorso mese di ottobre, da un accordo di collaborazione, unico nel suo genere, tra la Fondazione e l’assessorato alla Cultura e alla Comunicazione del Comune di Roma. Una collaborazione che, stando a quanto si è già visto, verterà su più livelli: sia iniziative singole, sia di cooperazione più ampia, come quella realizzata con il Palaexpo, di cui il professor Emanuele è stato appena nominato presidente. Per citare le singole iniziative, invece, il primo passo concreto di questa collaborazione è stata la realizzazione di una mostra su Sergio Leone, a vent’anni dalla morte e ottanta dalla nascita del grande regista trasteverino. Altre, già in programma, ne seguiranno.
Un chiaro esempio di come la società civile e i soggetti privati, da una parte, e le massime istituzioni pubbliche locali, dall’altra, possano trovare opportuno ed utile lavorare insieme per sostenere l’arte e la cultura, che rappresentano una delle più importanti risorse del nostro Paese. «Penso che la collaborazione tra pubblico e privato rappresenti una pietra miliare del nuovo modo di fare cultura - ha dichiarato Emanuele -, la strada maestra per un corretto sfruttamento del patrimonio culturale di questo Paese. É un esempio concreto del fare “sistema”. Per una capitale del livello di Roma è fondamentale innalzare al massimo la propria offerta culturale. Per fare questo occorre coordinare bene ogni attività in modo da ottenere il meglio dalle risorse a disposizione». Con lo stesso spirito la Fondazione, allargando la sua dimensione territoriale, ha dato vita con il Comune di Milano a un’analoga iniziativa che prende spunto dalla mostra su Hopper - recentemente inaugurata nel capoluogo lombardo (presso Palazzo Reale) e che successivamente si trasferirà a Roma (presso il Museo della Fondazione) - e che proseguirà con una mostra sul grande gallerista Giorgio Marconi.
A soli dieci anni dalla sua creazione, il Museo della Fondazione Roma si connota ormai come una delle realtà più significative nel vasto e qualificato circuito museale capitolino, in quello nazionale ed internazionale, con la realizzazione di ben 30 esposizioni di grande importanza, alcune delle quali in collaborazione con primarie istituzioni museali internazionali (Museo Puskin e Museo del Cremino di Mosca; Museo di Stato Russo di San Pietroburgo; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid; Louvre di Parigi; The Palace Museum di Pechino; Gemaldegalerie di Berlino, Honolulu Academy of Arts; Whitney Museum).

Dopo il successo ottenuto con la mostra su Hiroshige, dal 4 novembre sarà possibile ammirare presso il Museo della Fondazione le strabilianti opere di Niki de Saint-Phalle. Un’altra artista universale, dunque, in linea con quel continuo processo di osmosi interculturale che da sempre muove l’attività del Museo della Fondazione Roma.

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