Troppo intensi i contraccolpi della crisi finanziaria per decidere oggi il valore della Cassa depositi e prestiti. Meglio per le Fondazioni socie della Cdp (30% del capitale, il restante 70% è del Tesoro) firmare un accordo e mantenere lo status di azionisti «privilegiati» per altri tre anni, fino al 2012. La «proroga» (a norma di statuto la conversione sarebbe scattata entro questanno) è stata annunciata ieri dal presidente dellAcri, Giuseppe Guzzetti. Una mossa - ha ammesso lo stesso avvocato comasco guida storica della Fondazione Cariplo - resa necessaria dalla difficoltà di attribuire una corretta valutazione alla Cdp nellattuale contesto di mercato. Troppo penalizzante, insomma, limpatto della recessione sulle partecipazioni della Cassa; a partire dal portafoglio azionario che trova posto in bilancio accanto al 35% delle Poste e ai legami con i fondi di private equity: dal 10% di Eni ed Enel, al 30% di Terna e al 10,1% di StM. Difficile quantificare il contraccolpo reale della recessione, ma basta qui ricordare che, dallagosto 2007 quando sono emersi i primi segnali dallarme negli Stati Uniti, Eni ha visto cadere la propria capitalizzazione in Borsa del 30% e Enel del 42%; ancora peggio la «tecnologica» StM (-68%). Complessivamente lindice FtseMib ha ceduto il 55,6 per cento.
Pur restando azionisti «privilegiati» della Cassa, gli Enti hanno però rinunciato a una parte dei vantaggi. Precisamente alla «garanzia» di incassare cedole almeno pari allinflazione maggiorata del 3%. Un attestato di fiducia importante nel piano industriale della Cdp, visto che le Fondazioni per loro natura devono proteggere la remunerazione del capitale così da ottenere risorse da riversare sul territorio.
Accanto a Guzzetti, accorso a Siena per il 21° Congresso dellAcri, cerano il ministro dellEconomia Giulio Tremonti e i vertici della Cassa: il presidente Franco Bassanini e lad Massimo Varazzani. La guerra che qualche anno fa aveva opposto Guzzetti e Tremonti appare un ricordo: il presidente dellAcri ha dato pubblicamente atto al ministro del «rispetto e della fiducia» visti «negli ultimi tre anni», pur chiedendo di rivedere un sistema di tassazione oneroso per gli Enti.
«Era oggi molto difficile determinare in modo affidabile e oggettivo il valore della Cdp», ha confermato Bassanini ricordando la volatilità dei mercati e le numerose partecipazioni del gruppo. Senza contare che il cda approverà prima dellestate il nuovo piano industriale e che la Cassa, come richiesto dallAntitrust, deve vendere entro luglio dellanno prossimo la quota di Enel per il conflitto con Terna.
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