Cresce la rabbia tra le Fondazioni bancarie per la stangata fiscale imposta dalla Legge di Stabilità che - oltre al prelievo sulle rendite - impone un aumento del 20% su dividendi ed erogazioni. Un aggravio reso ancora più doloroso dalla retroattività della norma, applicata anche all'anno in corso, ovvero al 2014. «In sostanza» spiega un dirigente «dovremo tagliare del 50% le erogazioni sul territorio. L'intero comparto delle Fondazioni negli ultimi anni ha dovuto ridurre il budget da assegnare a progetti meritevoli nei classici campi di azione di cultura, educazione, ricerca, arte, sanità e volontariato. E ora la torta rischia di rimpicciolirsi ulteriormente. Dopo non ci venissero a dire che uccidiamo la cultura, visto che nel 2013 circa 270 milioni di euro sono andati a sostegno di musei, enti lirici e iniziative culturali».
Gli operatori delle Fondazioni leggono in questo approccio renziano la volontà politica di centralizzare le risorse e togliere potere ai territori che «nelle Fondazioni hanno sempre visto stampelle su cui sorreggersi di fronte ai tagli del settore pubblico». Nell'ambiente si ricordano anche le belle parole pronunciate dal premier a favore degli investimenti in cultura, oggi smentite da una politica fiscale che andrà a tutto danno di chi opera da anni a sostegno del settore.
I dati dell' Acri - l'associazione che raggruppa le fondazioni italiane - raccontano di una tassazione destinata in cinque anni a quadruplicarsi passando complessivamente dai 100 milioni del 2011 ai 360 milioni del 2015. Ma la retroattività della norma al gennaio 2014 potrebbe andare a danneggiare e intaccare i progetti già in essere e le attività già programmate. Una stangata che si accompagna all'innalzamento della tassazione delle rendite finanziarie che ha portato il relativo livello di prelievo dal 20 al 26% da metà 2014.
«Le 88 fondazioni di origine bancaria (di cui 86 associate all'Acri) in tutto il 2013 hanno speso una quota pari a 885 milioni di euro per finanziare progetti di utilità collettiva» ha spiegato a Tempi il direttore generale dell'Acri, Giorgio Righetti. «Francamente non riesco proprio a capire come sia possibile pensare di portare il prelievo fiscale sulle fondazioni a 360 milioni di euro. Mi riesce veramente difficile commentare una simile cattiva notizia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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