Fondo salva stati a quota 700 miliardi

I ministri finanziari europei raggiungono l’accordo sul nuovo fondo permanente «salva-stati» che dal 2013 sostituirà l’attuale meccanismo messo in piedi in tutta fretta per soccorrere la Grecia prima e l’Irlanda poi. L’Eurogruppo, riunito a Bruxelles per preparare gli ultimi dettagli per il prossimo vertice dei capi di Stato e di governo di giovedì e venerdì prossimi, ha stabilito che il fondo avrà una dotazione complessiva di 700 miliardi di euro che garantiranno, come previsto, una capacità finanziaria effettiva di 500 miliardi.
L’annuncio è venuto in serata dal presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Junker, che ha anche spiegato i termini del finanziamento: 40 miliardi di euro saranno versati nel 2013 in una apposita società che avrà sede in Lussemburgo, altri 40 miliardi nel triennio successivo, mentre il «grosso» della cifra (620 miliardi di euro) sarà costituito in parte dal «capitale su richiesta» e in parte da garanzie dei Paesi dell’Eurozona. La concessione di aiuti finanziari a un Paese che deve riscadenzare o ristrutturare il debito dipenderà anche «dagli impegni per assicurare il coinvolgimento adeguato e proporzionato del settore privato». In sostanza, sarà un intero Paese, e non solo un governo, ad impegnarsi sul risanamento. Inoltre, l’onere aggiuntivo per i prestiti scenderà inizialmente, sempre dal 2013, al 2% dal 3% attuale.


Dell’attuale meccanismo «salva-stati» potrebbe avere bisogno a breve il Portogallo, se non si troverà un accordo sull’approvazione parlamentare delle misure di austerità varate dal governo Socrates. «Questa situazione rischia di spingerci fra le braccia dell’aiuto internazionale», ha detto all’Eurogruppo il ministro delle Finanze di Lisbona.

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