Fonsai fallisce l’accordo sui concambi per la fusione-salvataggio con Unipol. Dopo sei ore di accesa discussione il cda si è riaggiornato a domani, così da lavorare ulteriormente sui rapporti di forza da cui dovrebbe nascere il secondo polo delle polizze italiano integrando Unipol- Fonsai-Milano Assicurazioni e Premafin.
Il board si è aperto con l’esposizione, da parte degli advisor, dei due progetti alternativi relativi appunto all’integrazione con Bologna e all’offerta alternativa di Sator e Palladio, ma a dettare il ritmo è stata anche la nuova lettera con cui Consob ha chiesto al cda di valutare la «congruità» delle proposte con rinnovata attenzione alle minoranze e di avere chiarezza dei processi decisionali. A quel punto, complice la necessità per i nuovi entranti nel consiglio della controllata Milano di approfondire il nodo concambi, la delibera è scivolata avanti di due giorni.
La distanza è minima tra la proposta abbozzata dagli indipendenti, il cui pre-vertice si era peraltro trascinato fino al primo pomeriggio, e i«pesi»fissati dall’ultima mediazione tra l’amministratore delegato di Fonsai, Emanuele Erbetta, (affiancato dal direttore generale Piergiorgio Peluso) e il capo azienda di Unipol, Carlo Cimbri, ma la tensione si sta alzando. Soprattutto dopo che dal vertice della holding Premafin è filtrata la volontà di indurre Unipol a scendere al 60% del nuovo polo. A quel punto Fonsai potrebbe avere il 28-29%, Milano il 10-11%e Premafin l’1,2% circa. Il mandato a trattare resta nelle mani di Erbetta e sembrava che per oggi fosse già previsto un ulteriore summit Fonsai-Unipol; prospettiva da cui ha però preso le distanze il gruppo di Carlo Cimbri, sottolineando che non è in agenda. L’accresciuto pressing sui concambi rischia quindi di fare scricchiolare l’intero riassetto e Bologna potrebbe perdere la pazienza visto il ritardo accumulato sulla tabella di marcia e che continua a mancare una controproposta formale.
Il quadro è peraltro già complicato dall’attacco sferrato da Sator e Palladio con una offerta alternativa, già difesa con energia da Salvatore Bragantini alla riunione precedente. Cui si sono aggiunte, come elemento di pressione, le dichiarazioni rilasciate con buona scelta di tempo a Repubblica dagli stessi Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, minacciando di chiedere la sospensione delle delibere assembleari. Sator e Palladio vogliono ricapitalizzare Fonsai per 800 milioni, di cui la metà versati direttamente.
Il successo del progetto anti Mediobanca «potrebbe essere un segnale alla comunità internazionale proprio come il governo Monti », ha detto Arpe.
Oltre al consiglio di amministrazione di Fonsai, seguito da quello della Milano Assicurazioni, si è riunito il board della holding-Premafin per approvare la trimestrale e i concambi della maxifusione.Infine, come anticipato ieri, anche la Consob ha preso tempo sulla richiesta di Unipol di evitare l’Opa:il verdetto arriverà la prossima settimana.
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