Fonsai, maxi consulenze al vaglio del pm

MilanoCome fu possibile che per anni i vertici di Fondiaria-Sai assegnassero consulenze per importi astronomici a un consulente che si chiamava Salvatore Ligresti, ovvero il principale azionista del gruppo? Di che consulenze si trattava? E come accadde che nulla di tutto ciò venisse ritenuto anomalo dal collegio sindacale della compagnia assicuratrice, o addirittura non venisse notato? Sono queste, essenzialmente, le domande che il pubblico ministero Luigi Orsi voleva fare da qualche giorno ai sindaci di Fonsai: almeno da quando il collegio sindacale aveva documentato in assemblea che le accuse degli azionisti di minoranza del fondo di investimento Amber erano assolutamente fondate. E che per sette anni, dal 2003 al 2010, l’Ingegnere aveva arrotondato emolumenti e dividendi con consulenze per 40 milioni. Ieri mattina Orsi si è tolto la curiosità, interrogando a lungo come testimoni quattro esponenti degli organi di controllo interno: il presidente del collegio sindacale di Fonsai, Benito Giovanni Marino, e il sindaco Marco Spadacini nonché i loro omologhi presso la Premafin, (la holding dei Ligresti) ovvero Vittorio De Cesare e Maria Luisa Mosconi. Consulenze, ma non solo consulenze, sul tavolo dell’interrogatorio: si è parlato anche di operazioni immobiliari, nomine, incarichi e familiari. Insomma, Orsi sta cercando di ricostruire una gestione della compagnia assicuratrice che per alcuni aspetti appare più familistica e personalistica che manageriale. Il magistrato, per adesso, non ha ritenuto di formulare ipotesi di reato specifiche in relazione alla faccenda delle consulenze: i verbali di ieri sono confluiti nel fascicolo aperto da qualche mese che vede Ligresti accusato di ostacolo agli organi di vigilanza, per avere cercato di occultare alla Consob il possesso di alcune quote del gruppo controllate attraverso fiduciarie offshore.
Intanto è di fatto concluso l’impairment test di Maurizio Dallocchio sul valore della quota di Premafin in Fonsai. Il lavoro, finalizzato a stabilire il valore della partecipazione, è definito nei numeri e verrà consegnato a Premafin la prossima settimana. A questo punto, viene riferito, la holding sta lavorando all’aumento di capitale da 400 milioni riservato a Unipol. Elemento centrale dell’operazione è il prezzo di emissione delle nuove azioni destinate alla compagnia bolognese. La valutazione delle azioni Fonsai nel portafoglio di Premafin, che condizionerà inevitabilmente il prezzo dell’aumento, sarebbe superiore ai 3 euro a titolo, contro un valore di Borsa di circa 1,3 euro.

Se così fosse il valore della quota del 35,7% di Fonsai in mano alla holding, indebitata per 370 milioni verso le banche, ammonterebbe ad almeno 400 milioni anche se c’è chi scommette su una valutazione più generosa da parte di Dallocchio e dell’altro advisor di Premafin, Pwc.

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