Fontanabuona in festa ricordando chi partì per la «Merica»

di Ferruccio Repetti

Ci saranno anche questa volta, c’è da scommetterci, tanti Solari e Torre, i Lagomarsino e i Cuneo con i Queirolo di Coreglia fianco a fianco dei Ratto di Soglio e dei Cavagnaro di Verzi. Generazioni successive, certo, rispetto a quelle che, con lo stesso cognome (a volte anche lo stesso nome) se ne partirono, cento e più anni fa in cerca di fortuna. Dalla Fontanabuona alla «Merica».
E di fortuna, anche grande, molti di loro ne hanno fatta davvero, a cominciare dal quell’Amedeo Pietro Giannini, nato da genitori poverissimi e divenuto «il più geniale banchiere del ventesimo secolo», fondatore della Bank of Italy che diventerà nientepopodimenoché la Bank of America.
Ma oggi, a Favale di Malvaro, li ricorderanno tutti indistintamente, i più illustri e i meno famosi fra i «loro» emigranti, perché sono stati loro, con le loro piccole e grandi storie, a fare bella e importante la Storia della Fontanabuona. È la Festa dell’Emigrante, dunque. Che si rinnova per la cinquantunesima volta, per volontà del Comune - dall’allora sindaco Dario Casassa, il promotore, al successore Ubaldo Crino, fino all’attuale primo cittadino Giovanni Boitano -, ma soprattutto per volontà incrollabile di tutti i «fontanini» nella valle e all’estero, legati insieme da un collante che si chiama identità e si declina con solidarietà.
Tant’è che oggi, in occasione della Festa, uno dei momenti più significativi sarà la consegna del premio dedicato alle «Radici», assegnato da nove anni a un emigrato ligure che si è particolarmente distinto in campo economico-sociale e culturale per aver tenuto vivo il legame con la propria terra d’origine. Andrà, il premio, a Aldo Cuneo, responsabile dell’Associazione dei liguri in Olanda, che opera a favore della comunità italiana e ligure in particolare.
E poi ci sarà, c’è da scommetterci, in piazza e dappertutto nell’aria, la nostalgia del passato amalgamata con giudizio alla tensione emotiva per il futuro; ci saranno la saggezza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani che scalpitano per affermarsi e proseguire nel solco di chi li ha preceduti.
Dalla Fontanabuona al resto del mondo, partire e ritornare, a volte anche solo col sentimento.

Che, però, vuol dire esserci sempre, mille miglia lontano, o vicino a quelle case che le hanno costruite loro, quelli che se ne sono andati e quelli che ci sono adesso, i Solari e i Torre, i Ratto di Soglio e i Cavagnaro di Verzi. Oggi, sì, c’è da scommetterci proprio, a Favale di Malvaro si sentiranno tutti uguali. E un po’ tutti «Giannini».

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