Una «foresta d’acciaio»: 19 menhir per 19 vittime

Diciannove menhir (steli) d’acciaio eretti verso il cielo. Diciannove come le vittime del tragico attentato del novembre 2003. Questo l’elemento visivo del progetto dell’opera, dal titolo Foresta d’acciaio, che si è aggiudicata, fra 150 concorrenti, il concorso per il Monumento ai Caduti di Nassirya. Ne dà notizia il pool di progettazione: «Diciannove steli di acciaio pieno forgiato, di circa otto tonnellate l’uno, verticali, contrapposti, disassati verso l’interno, in un ideale percorso, casuale, tra ogni elemento. Diciannove steli come corrosi dall’usura dei millenni, ma al tempo stesso eterni nella loro gravità». L’opera monumentale è circondata da un largo anello ad ellisse in travertino bianco, con il prato interno tagliato in due da un cammino in marmo nero opaco. Il pool è composto dallo scultore Giuseppe Spagnulo (progettista capogruppo), l’architetto Lucio Agazzi (progettazione complessiva), l’architetto Maurizio Costacurta (documentazioni, grafica e public relation), il professor Gabriele Amadori (progettazione dell’illuminazione), l’architetto Enrico Pocopagni (strutture di fondazione). «Il visitatore potrà camminare tra le steli, alcune molto ravvicinate e sentirsi parte dell’Opera, sfiorare l’acciaio corroso dei Menhir», si legge nel commento e nelle intenzioni dei progettisti: «La luce dovrà ulteriormente disegnare l’insieme architettonico.

I menhir saranno illuminati da faretti incassati nel prato con luci rosse, viola, gialle - a evocare il fuoco - sui lati esterni, mentre il cuore del percorso sarà illuminato con una luce bianca». Questo il progetto. Quando si potrà ammirare?

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