Formigoni: «La Moratti candidato da sostenere»

Berlusconi riconosce al presidente della Regione il ruolo di diplomatico

nostro inviato a Washington
Sventola la bandiera italiana sulla casa bianca di fronte alla Casa Bianca, la candida Blair House che accoglie gli ospiti del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Sotto il tricolore, accanto a Silvio Berlusconi c’è anche il governatore della Lombardia, e i due sono vicini come non li si vedeva da tempo. Formigoni è in prima fila anche all’ambasciata italiana, quando il premier riconosce il ruolo della Lombardia nei rapporti con gli Stati Uniti e dà al governatore l’imprimatur di diplomatico: «Sapevo che Formigoni era negli Usa per incontri e l'ho voluto con me perché apprezzo la politica di relazioni internazionali della Lombardia, gli accordi con le università e i centri di ricerca». E ancora: «Credo che l’amicizia tra Usa e Italia sia alimentata anche dai rapporti tra le Regioni e so di importanti e riservati colloqui in questa direzione avuti dal presidente della Lombardia».
«Mi sono fatto un’idea molto buona dell’incontro tra Bush e Berlusconi - spiega Formigoni - e dell’identità di vedute sulla presenza dei nostri carabinieri nella missione di pace in Irak. Il ritiro avverrà gradualmente in accordo con il futuro governo del Paese». Impossibile, per ragioni di cerimoniale, arrivare al faccia a faccia diretto tra Bush e il governatore, ma dopo una colazione con Berlusconi, Formigoni si è dedicato a tutta una serie di incontri istituzionali di alto livello con esponenti della Casa Bianca.
Lui è da sempre il ministro degli Esteri della Lombardia, oggi anche con una specie di «incarico» in più da Palazzo Chigi. Così spiega: «Le relazioni internazionali delle Regioni aiutano e a volte anticipano la politica estera dei governi». Vale negli Usa (e perché no, anche in Irak) quel che è il modello Cina, l'accordo a tutela dei diritti d'autore e contro le contraffazioni siglato dalla Regione Lombardia nel 2004: «Da lì è partita la difesa di marchi e brevetti».
Così adesso a Washington. «Mi fa piacere che il premier riconosca l'azione pionieristica della Regione Lombardia che ho voluto sin dalla prima presidenza, portando in giro per il mondo il sistema Lombardia, che è fatto di imprese ma anche di università arti e culture». Una missione importante anche nei Paesi emergenti. E in questa direzione vanno i colloqui che sono stati tenuti ieri pomeriggio alla Banca mondiale per sostenere due gruppi di lavoro sul capitale umano e sulle piccole e medie imprese, in aree diverse da quelle in cui sono già stati sperimentati, come in Cile.
E Oggi Formigoni, come prova provata della sua filosofia, sarà a Boston per firmare accordi che riguardano biotecnologie e nanotecnologie, una delle grandi eccellenze della Regione. «È la nuova frontiera della ricerca scientifica e i rapporti economici tra Lombardia e Massachusetts rendono ancora più evidente il ruolo della dimensione subnazionale delle relazioni tra Italia e Usa». Il fatto è che gli Stati Uniti, conferma il governatore, restano «il mercato di riferimento degli imprenditori lombardi» e questo accade nonostante «gli imprenditori soffrano l'apprezzamento eccessivo dell'euro sul dollaro».
Durante la colazione tra Berlusconi e Formigoni, oltre agli affari globali non sono stati dimenticati quelli più locali. Impossibile dimenticare le elezioni in arrivo, le politiche e il voto che sceglierà il futuro sindaco di Milano.

«Berlusconi è molto determinato e ottimista sulla vittoria della Casa delle libertà», assicura il presidente della Lombardia, che ha suggerito di «intensificare i rapporti con la gente» e confermato che «Letizia Moratti è un candidato da sostenere». Il clima sembra essere tornato totalmente al sereno.

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