Le imprese sono sempre più alla ricerca di soluzioni differenziate e variegate di welfare aziendale che si possano coniugare con il rispetto per l'ambiente e il benessere collettivo. Una di queste soluzioni è rappresentata dal corporate carpooling. La condivisione del veicolo per il tragitto casa-lavoro-casa promossa dal datore di lavoro, infatti, permette ai singoli utenti di risparmiare sul viaggio quotidiano, utilizzare meno la propria automobile, spendere meno ore alla guida durante la settimana, e partecipare attivamente alla riduzione del traffico e delle emissioni nocive.
È stato calcolato che il risparmio medio annuo per ciascun utilizzatore sia compreso tra 1.500 e 2.000 euro in termini monetari e di 400 kg di CO2 in termini di emissioni evitate.
Anche all'interno della stessa impresa esistono, tuttavia, alcuni tipici fattori che possono rallentarne la diffusione, quali: difficoltà di coordinamento con altri colleghi, timore nel condividere un percorso con estranei, rischio di mancanza di alternative in caso di emergenza.
L'impresa può farvi fronte mettendo a disposizione dei collaboratori alcuni incentivi e benefit quali, per esempio, un parcheggio riservato ai pooler oppure dei buoni carburante che si ottengono al raggiungimento di un certo numero di viaggi.
Una volta promossa, è provato che la soluzione presenti benefici per entrambe le parti: gli utenti risparmiano, socializzano e possono ottenere incentivi e benefit, le aziende riducono i posteggi dedicati ai dipendenti, ottengono una pianta organica più affiatata e, al contempo, si fanno apprezzare per welfare e Corporate Social Responsibility.
Ma come può un'impresa governare tutto questo? Difficilmente può riuscirci da sola. Diverse realtà già presenti sul mercato hanno sviluppato la tecnologia necessaria per la gestione del sistema di corporate carpooling. Tra i loro clienti figurano già banche, assicurazioni, imprese della grande distribuzione, multinazionali operanti nei più svariati settori. In proposito, Gerard Albertengo, fondatore di JoJob, commenta: «Dal 2014 JoJob, startup italiana del Politecnico di Torino, ha diffuso in Italia il carpooling aziendale, e oggi conta oltre 100 grandi aziende aderenti, più di 1.600 Pmi e circa 120.000 dipendenti iscritti al servizio. Questi risultati sono stati raggiunti in parte grazie alla soluzione tecnologica, un portale web per l'organizzazione degli equipaggi e un'applicazione mobile che consente la certificazione dei reali km percorsi in carpooling, e in parte grazie allo studio e alla progettazione del servizio personalizzato per le singole aziende aderenti. Completano il servizio gli strumenti messi a disposizione dei mobility manager e degli HR manager (risorse umane): la creazione e la gestione dei piani incentivi, l'assegnazione dei parcheggi riservati ai carpooler e l'accesso automatizzato ai parcheggi aziendali».
Antonio Turroni, cofondatore di BeBooler, afferma invece che «la nostra azienda si è concentrata sul bacino di alimentazione dei pendolari rappresentato da Milano e provincia allo scopo di promuovere le eccellenze che hanno a cuore il welfare aziendale e la mobilità sostenibile in termini di impatto ambientale e massimizzazione dei profili di sicurezza».CSZ
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