Dimenticato per oltre 60 anni, lasciato nellincuria più completa, è diventato il simbolo del rispetto dellessere umano. Il parco di Forte Bravetta, teatro delle esecuzioni delle pene capitali nel periodo fascista, è stato inaugurato ieri dal sindaco Gianni Alemanno e dedicato alla memoria dei martiri che proprio qui persero la vita.
Alla cerimonia erano presenti gli assessori capitolini alla Cultura e allAmbiente, Umberto Croppi e Fabio De Lillo, il presidente dellAnpi Massimo Rendina, quello dellAnfim Rosetta Stame, il delegato del sindaco alla Memoria Claudio Procaccia, il presidente dellXVI municipio Fabio Bellini e alte autorità delle forze dellordine.
La celebrazione si è aperta con la deposizione di una corona dalloro allingresso del Forte, dove è stato piantato anche un albero di ulivo donato dal KKl, Fondo Nazionale Ebraico, proveniente da Gerusalemme. Il sindaco, che aveva accanto Eugenia Latini, figlia di Augusto, uno dei 77 martiri del Forte Bravetta, ha poi scoperto la targa che dedica questo spazio verde della città proprio a chi è morto servendo la Patria.
«Questo è il luogo migliore per gettarsi alle spalle lorrendo rito della pena di morte che a Forte Bravetta è stato consumato nel periodo fascista nella nostra città - ha detto il sindaco -. Dopo 60 anni restituiamo alla collettività, alla nostra città, un posto importantissimo, simbolico che per tanti anni è rimasto abbandonato, coperto dai rifiuti e inaccessibile. Lo rendiamo alla cittadinanza come luogo di cultura, di memoria e dove ricordare sempre chi è caduto per la libertà».
Il primo cittadino ha anche annunciato la sua intenzione di trasformare questarea in un grande polo culturale e della memoria, precisando che linaugurazione di ieri rappresenta soltanto il primo passo di un lavoro su una struttura enorme.
E il progetto di riqualificazione include anche la realizzazione di un museo della memoria. Sarà invece un comitato ad hoc, di cui farà parte anche il municipio XVI, a decidere sulle iniziative che in futuro si terranno a Forte Bravetta. «È un pezzo importantissimo di Roma che si ricongiunge con tutta la cittadinanza» ha concluso Alemanno.
Marco Pomarici, presidente del consiglio comunale, ha invece sottolineato limpegno dellamministrazione, che ha riqualificato questarea restituendola alla gente e soprattutto a coloro che vi persero i familiari. «Il discorso di Alemanno è stato un gigantesco passo avanti verso una memoria storica più condivisa e pacificata - ha detto Pomarici -. Sono parole che forniscono la migliore risposta a chi parla di una città intollerante e in preda allodio politico anche a causa di questo sindaco. Un sindaco che invece unisce ed è stato applaudito e ringraziato dai rappresentanti dellAnpi, dai parenti delle vittime e perfino dal senatore Cossutta». Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dellassociazione nazionale partigiani italiani, Anpi, Massimo Rendina. «Ad Alemanno va tutta la nostra gratitudine perché è riuscito a realizzare un sogno - ha sottolineato -. La si può pensare come si vuole, ma la verità non ha colori.
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