Forza Italia apre la questione romana

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Marcello Viaggio

«Occorre ripartire da capo con più forza» il messaggio lanciato ieri al Summit Hotel dal deputato di Forza Italia Giorgio Simeoni: «Abbiamo davanti a noi due anni per andare bene alle prossime Provinciali del 2008». Dibattito sempre più serrato all’interno del partito, dopo l’esito delle Comunali. Un deludente 10,12 per cento, giunto dopo il lusinghiero 18,11 alle Politiche. Il passato e il presente degli azzurri romani sta tutto in queste cifre: 324.811 voti, in città, alle Politiche, 259.875 alle Amministrative. E il futuro? Per dare una prima risposta il Summit, in via della Stazione Aurelia, è stato teatro ieri di due importanti incontri. Al primo, organizzativo, in mattinata, hanno preso parte i consiglieri comunali Pasquale De Luca, Davide Bordoni, Antonello Aurigemma, Fabio De Lillo, assieme ai parlamentari Mario Pescante e Cosimo Ventucci, e alla coordinatrice regionale Beatrice Lorenzin. Verso le ore 15, le agenzie battono un comunicato stampa personale di Pasquale De Luca: «Chiedo che il partito si attivi da subito per preparare la fase congressuale che dovrà riattivare un dialogo positivo con la città, avviando dai municipi una forte fase di dibattito e riorganizzazione». «Per far ciò - prosegue il comunicato stampa di De Luca – è essenziale che il coordinatore romano Giampaolo Sodano rassegni da subito le dimissioni, per facilitare il dibattito e rasserenare il clima dentro Forza Italia». Il congresso dovrebbe tenersi, sottolinea il consigliere comunale, il prossimo mese di settembre. Un messaggio forte, che inevitabilmente finisce al centro di molti interventi del pomeriggio, quando il summit diventa invece teatro dell’assemblea a porte aperte indetta dal coordinamento romano di Forza Italia. L’argomento inizialmente all’ordine del giorno, il referendum del 25 e 26 giugno, è subito messo da parte su richiesta dell’assemblea, per affrontare il tema cruciale: l’organizzazione del partito e le cause del flop alle Comunali. «Nessuno è più convinto di me della necessità di un confronto - replica Sodano, accettando la richiesta - purché ciò avvenga in un clima sereno. Se dovesse venir fuori che il problema sono io, non avrei nessun problema a dimettermi». Prima del dibattito, lo stesso coordinatore aveva dichiarato: «Dopo le Politiche, avevo pronosticato la nostra inevitabile sconfitta alle Comunali, perché a Roma manca totalmente una rete organizzativa. Per questo stesso motivo già sei mesi fa avevo messo a disposizione del partito il mio mandato, ma i vertici nazionali mi hanno chiesto di rimanere. Adesso, dopo la sconfitta, non mi si può attribuire la colpa di tutto. Ora, al contrario, non dò più le dimissioni, ma continuerò ad organizzare questi incontri per avviare l’indispensabile opera di ristrutturazione di Forza Italia a Roma». «Dopo l’eccellente risultato delle Politiche - concorda anche Giorgio Simeoni - è arrivata purtroppo la sconfitta alle Comunali. Ma è tutta la Cdl ad avere perso, non solo noi. Forza Italia non può più tentennare, abbiamo aperto apposta un dibattito interno. Ma non esiste un problema Sodano: esiste una questiona romana, che va affrontata di concerto con il coordinamento nazionale. La richiesta di De Luca? - prosegue Simeoni -. Non sto nella sua testa. Credo che abbiamo più un problema organizzativo e di metodo di lavoro che di teste da far saltare». D’accordo anche Bordoni: «La questione sul tappeto non è Sodano. La vera questione è che il partito deve riallacciare i rapporti con le categorie e con le associazioni cittadine». Gli interventi dalla sala sono decine. «Dal congresso romano di settembre arriverà la risposta definitiva sul da farsi», secondo Fabio De Lillo e Aurigemma, «ma è necessario seguire un metodo di lavoro condiviso dalla base».

«Il problema in ogni caso non è il coordinatore, ma l’organizzazione - osservano Daniela Chiappetti e Beatrice Del Bono, consigliere rispettivamente del II e del XVI Municipio -. Senza sezioni sul territorio, qualsiasi coordinatore sarebbe un comandante senza esercito».

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