Forza Italia, in arrivo tre contratti con gli italiani

Maxiposter sulle 24 riforme, riviste e forse un film

Silvio Berlusconi ai senatori del suo partito ha parlato chiaro e senza usare troppe perifrasi: «La nostra dovrà essere una campagna elettorale territoriale, capillare, scientifica. Dobbiamo crederci. E metterci anche un pizzico di cattiveria in più perché con il proporzionale ogni voto vale. Ogni appuntamento mancato può significare un certo numero di voti in meno». Un invito all’impegno rivolto a tutta la macchina del partito, ovvero a quel primo, vero «motore azzurro» chiamato a girare a pieni giri per invertire il trend delle ultime elezioni regionali ed europee. L’obiettivo finale di Forza Italia è riattizzare l’orgoglio e la speranza del cambiamento nel nucleo storico dei suoi elettori del 2001. Ma soprattutto recuperare coloro che, colpiti dal caro-euro, sentono le loro speranze tradite. Per questo, per far passare il primo messaggio, quello che già oggi campeggia sui grandi cartelloni 6x3 presenti sulle strade d’Italia – il rispetto degli impegni assunti – Berlusconi ha scelto la sua chiave comunicativa classica: il sorriso, la fiducia, l’ottimismo. Ingredienti obbligati per sedare la tempesta di disfattismo che infuria quotidianamente dalle parti della sinistra. I diversi «step» della campagna sono già definiti. All’«Abbiamo rispettato tutti gli impegni!» seguirà una seconda tornata di cartelloni incentrata sulle 24 riforme messe a segno dal governo, riforme che andranno a maturità nella prossima legislatura. A quel punto scatteranno alcune sorprese ancora top-secret nel segno di quella «operazione verità» contro le bugie dell’Unione più volte invocata dal premier. Berlusconi sta curando in prima persona il messaggio affidato alla cartellonistica. Il suo desiderio è quello di coniare slogan di forte impatto, caricando d’attesa l’arrivo dei poster. Il metodo scelto potrebbe essere quello di manifesti con messaggi seriali, a puntate. Una sorta di colloquio protratto nel tempo che penetrerà nelle città italiane, toccando temi sempre diversi che si svilupperanno nell’arco di una settimana, dieci giorni. Quel che è certo è che, una volta di più, Silvio Berlusconi si metterà al centro del ring, dettando le priorità destinate a entrare dritte dritte nell’agenda di tutti i partiti. Un gioco d’anticipo già iniziato visto che quello che avvenne nel 2000 con la riforma fiscale e il famoso «Meno tasse per tutti» si sta ripetendo ora con il piano case, la prospettiva di maggior suggestione della campagna del 2006. «Forza Italia si muove nel segno della continuità» spiega l’azzurro Antonio Palmieri «ponendo il programma al centro della sua comunicazione, presentando il candidato premier come garante della sua realizzazione e mettendo bene in chiaro che l’unico nemico è il centrosinistra, non certo gli alleati». A Via dell’Umiltà c’è, infatti la convinzione che questa legge elettorale di stampo proporzionale mantenga intatto il segno profondo del maggioritario. E che i litigi interni non creino affatto nuovi consensi, anzi li distruggano visto che ormai i cittadini ragionano in termini di coalizione. «Non ci si deve dividere la stessa torta ma esplorare altre fasce di elettorato» aggiunge Palmieri. «La nuova legge libera la caccia al nuovo consenso e il partito degli indecisi è tutt’altro che interessato alle risse interne». I progetti in cantiere, le idee, vecchie e nuove, che tornano alla luce in una sorta di grande brain-storming allargato sono molte. C’è la collaborazione esterna di Karl Rove, che già nel 2001 venne consultato per la campagna elettorale. C’è il work in progress sulle modalità del nuovo contratto con gli italiani (ancora non è deciso se sarà uno o se i documenti alla fine saranno tre, con una declinazione ad hoc per donne, giovani e anziani. Ma quel che è certo è che sarà puntato con forza sulle famiglie). C’è l’ipotesi di un film breve sulle realizzazioni di governo e di una rivista da mandare a casa degli italiani. Ma anche la volontà del premier di tornare a essere presente in tv oltre che nel maggior numero di città italiane. Fermo restando che evidenti ragioni di sicurezza impongono al secondo uomo più a rischio d’Europa dopo Tony Blair di limitare la propria libertà di movimento.

Su un punto, però, in molti sono pronti a scommettere: se il primo tempo della partita elettorale sarà segnato da una strategia a tre punte, nel secondo tempo anche Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini dovranno giocare per la squadra. E lavorare per fornire assist alla vera punta della coalizione.

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