Forza Italia deposita le candidature ultimo colpo l’olimpionica Di Centa

La campionessa di sci di fondo in lista in Friuli dietro Berlusconi. An schiera Stefio, ex ostaggio in Irak. Pippo Franco guida Dc-Psi nel Lazio

Forza Italia deposita le candidature ultimo colpo l’olimpionica Di Centa

Gianni Pennacchi

da Roma

Sciolto a mezzogiorno il nodo lombardo - Roberto Formigoni guiderà la lista senatoriale di Forza Italia nella sua regione come gli altri due governatori, Giancarlo Galan in Veneto e Michele Iorio in Molise - all’ora di cena restavano ancora svariate grane da risolvere, sulla scrivania di Silvio Berlusconi. Inevitabile si dirà, data la ristrettezza della coperta, i troppi aspiranti ad una candidatura blindata, e gli impegni da onorare con i piccoli alleati. Tanto per non far nomi: ieri sera il Cavaliere era appena riuscito a far rientrare la ribellione ligure contro l’accoglienza nella lista azzurra di Sandro Biasotti - l’ex governatore è ora passato con la Dc di Gianfranco Rotondi, pronto a liberarsi dei candidati del giovane Savoia se Fi gli rifiuta i suoi - quand’ecco prender fuoco i Riformatori liberali, con Benedetto Della Vedova a convocar conferenza stampa per oggi, quasi ventilando un’improbabile rottura, poiché i tre posti sicuri erano scesi a uno. Schermaglie, patemi e colpi di scena che troveranno quiete oggi alle 20, orario di scadenza per la presentazione formale delle liste. Domenica di passione dunque, che oltre alla conferma della corsa di Formigoni, ha portato in casa azzurra una novità femminile di rilievo: alle spalle del premier in Friuli Venezia Giulia, dunque con sicurezza matematica di entrare a Montecitorio, c’è l’olimpionica Manuela Di Centa, che a Torino ha incoronato il fratello.
Quote rosa. Ha invece detto no Fiamma Nirenstein, alla quale era stata offerta una candidatura blindata per il Senato in Toscana, insieme a Marcello Pera: ieri sera la giornalista ha ringraziato «sentitamente», ma preferisce il suo lavoro. Come Emilio Fede, del resto. E non come Francesco Pionati, mezzobusto del Tg1, candidato al Senato dall’Udc.
Per lasciare il giornalismo e tornare alle donne, sembra che tutte le parlamentari forziste a partire da Stefania Prestigiacomo abbiano trovato collocazioni tranquille. Non erano poi molte, si dirà.
Anche in An scarseggiavano, ma Fini ha deciso di potenziar sul serio la quota, garantendo un seggio - oltre che alle tre deputate uscenti - a Giulia Bongiorno (l’avvocato di Giulio Andreotti), a Giorgia Meloni (leader di Azione giovani) e a svariate altre. Per non esser da meno, Alessandra Mussolini annuncia capolista donne per Alternativa sociale in tutte le 26 circoscrizioni, dividendo il compito fra se stessa e l’avvocato Anna Mazzaglia Miceli. Per concludere il panorama sulle new entry della Cdl, prima di tornare al partito del premier: An schiera in Sicilia Salvatore Stefio, ostaggio in Irak nel 2004. L’attore Pippo Franco vien dato capolista per il Senato nel Lazio della lista Dc-Nuovo Psi.
Risiko azzurro. Con Manuela Di Centa, in Friuli Venezia Giulia - dove Fi ha già consegnato le liste - figurano l’ex governatore Renzo Tondo e il coordinatore Vanni Lenna; al Senato, capolista è il sottosegretario Roberto Antonione, seguito dall’uscente Giulio Camber. Dalle Alpi alle isole: il capogruppo Renato Schifani sarà capolista per il Senato solo nella sua Sicilia per impegnarvi «ogni energia», e rinunciando così alla doppia candidatura nelle Marche; per la Camera, numero due dopo Berlusconi sarebbe il ministro Antonio Martino, numero tre la Prestigiacomo. Ancora una novità dalle Marche: per contrastare i Merloni, i Della Valle e l’industrialato marchigiano che ha scelto il centrosinistra, Berlusconi in persona ha offerto di guidare la lista per il Senato all’imprenditore di Fabriano Francesco Casoli, che si è detto dapprima «sorpreso» ma poi ha accettato.
Il ministro Martino potrebbe fare il numero due per la Camera nel Lazio, dunque il suo posto in Sicilia lo prenderebbe Gianfranco Micciché, che lascerebbe dunque il posto a qualcun altro in Calabria, forse a Tremonti se non verrà dopo Berlusconi in Piemonte o in Lombardia, e così via in un domino che sposterà nomi e caselle ancora oggi.

I big son tutti impegnati nella girandola del capolista al Senato o del numero due alla Camera. A Pera, capolista in tre regioni, ne è stata offerta una quarta: vi ha rinunciato, per avere Gaetano Quagliariello numero tre in Toscana.

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