Forza Italia insorge contro i Pm «È un’emergenza democratica»

Il timore di Berlusconi: vogliono delegittimare tutto il centrodestra

da Roma

Berlusconi è «preoccupato» per l’ennesimo «attacco giudiziario» che confermerebbe un disegno più vasto, volto a delegittimare la classe dirigente del centrodestra. Il leader della Cdl in un confronto con gli alleati ha analizzato gli ultimi avvenimenti ricordando di aver segnalato l'anno scorso l'urgenza di approvare una nuova legge per regolare l’uso e la pubblicazione delle intercettazioni. «Io l’avevo detto - avrebbe sostenuto - Nessuno può dirsi al sicuro da questi attacchi».
E di fronte alla richiesta di arresto di Raffaele Fitto, Gianni Baget Bozzo non esita denunciare «l’emergenza democratica» e a parlare di «crisi della Repubblica». La preoccupazione per l’ondata giustizialista è condivisa non soltanto dalla Casa delle libertà ma anche dai garantisti della sinistra.
Intanto il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, Carlo Giovanardi dell’Udc, dopo aver letto «tutte e 149 le pagine inviate alla Giunta dalla magistratura pugliese» si dice «allibito». Giovanardi non vuole entrare nel merito della vicenda ma «come opinione personale» osserva «che si tratta di una richiesta davvero sorprendente» perché «gli stessi magistrati dicono che non c’è alcun pericolo di fuga, né di inquinamento delle prove e neanche di reiterazione dei reati visto che Fitto non è più presidente della regione Puglia». Giovanardi annuncia pure che la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera si riunirà mercoledì della prossima settimana per esaminare il caso Fitto.
La preoccupazione in casa azzurra è forte. Baget Bozzo accusa l’Unione di aver monopolizzato «le cariche istituzionali, il governo e le istituzioni locali» oltre ad avere «il controllo delle organizzazioni sociali». E questo non basta, prosegue, «si è riaperto il circolo mediatico-giudiziario che ha travolto la Banca d’Italia, la Federcalcio, la Rai, Alleanza nazionale e ora colpisce anche Raffaele Fitto e il vescovo di Lecce». Dunque per Baget Bozzo «viviamo di nuovo la crisi della Repubblica, rischiamo la libertà apparente e il regime soffice». Anche Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia e Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore nazionale, denunciano «un’autentica emergenza democratica». E poi stilano l’elenco di tutti i nodi irrisolti: «i brogli elettorali, evidentissimi nel caso degli italiani all’estero», seguiti da «un’azione giurisdizionale con conseguenze politiche fino alla riapertura di filoni giudiziari nei confronti del leader dell’opposizione». Bondi e Cicchitto poi ricordano «l’ondata di indebita diffusione di intercettazioni telefoniche tutte fondate su clamorose, sistematiche e mirate violazioni del segreto istruttorio» citando la Banca nazionale del Lavoro, l’Antonveneta, il mondo del calcio e infine le ultime, quelle «che hanno puntato a colpire indebitamente Alleanza nazionale». Dunque «la richiesta di arresto per Fitto è il segnale di una ulteriore escalation volta a stravolgere il quadro democratico».
Niccolò Ghedini, senatore di Fi e avvocato del leader della Cdl, Silvio Berlusconi, chiede al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, di venire «immediatamente in Parlamento a spiegare quali provvedimenti intende assumere per evitare il continuo abuso sulle intercettazioni e per garantire ai parlamentari il libero esercizio della loro doverosa attività politica».


Anche per Daniele Capezzone, il leader radicale, occorre che nell’Unione si affermi più e meglio «la cultura delle garanzie, contro ogni tentazione giustizialista», ricordando che «situazione opache, in materia di sanità e appalti, non esistono certo soltanto in Puglia, o solo in contesti che hanno visto o vedono o vedranno esposti amministratori e politici di centrodestra».
Nichi Vendola, l’attuale presidente della Regione Puglia, di Rifondazione Comunista si dice «sconcertato e indignato per l'accaduto» e ricorda che «ogni persona è innocente fino a sentenza definitiva».

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