(...) in cui sono destinati a confluire Udc, rutelliani, repubblicani, montezemoliani e (forse) Fil-finiani di Futuro e libertà per lItalia. Un balzo, insomma, nel «grande centro, laico e cattolico, ma non confessionale», ipotizzato da Pierferdy (Casini) e prefigurato, chissà, anche dai seguaci di Gianfry (Fini), in vista del tramonto della logica bipolare. In attesa, comunque, della formalizzazione del nuovo soggetto politico (a Chianciano, da venerdì a domenica) e della sua stessa denominazione - «Partito della nazione» è solo un titolo provvisorio, per la versione definitiva verrà indetta una sorta di referendum su internet -, la professoressa De Martini, docente universitaria, già candidata alle europee in cui ottenne 19mila preferenze e soprattutto un vulcano in moto perpetuo, passa con disinvoltura sopra antichi e recenti contrasti con Monteleone e ribadisce la vocazione a cavalcare «il nuovo che avanza». Senza trovarsi a disagio con alcuni navigati protagonisti della prima e seconda Repubblica come Cesa, Adornato, Buttiglione, Pezzotta, DOnofrio, Binetti, Carra, Mannino, Rutelli.
Immediato, intanto, il benvenuto da parte sia dellonorevole Antonio De Poli, presidente del Comitato di garanzia del Partito della nazione, sia dello stesso Monteleone, secondo cui «la professoressa De Martini, grazie alla sua esperienza professionale e alle sue capacità, potrà dare un importante contributo in un momento particolarmente difficile». Una quasi velata allusione alle competenze specifiche della professoressa, che è famosa psichiatra: se non li capisce lei, i cervelloni della politica...
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