La storia lha scoperta il corriere del veneto.it Titolo: «Studentessa a processo per le fotocopie. Lautrice del libro al giudice: va assolta». A scoprire il «fattaccio» erano stati gli ispettori Siae in una copisteria vicina alluniversità di Verona. Dopo sei anni il procedimento giudiziario veneto. Fotocopiare un libro delluniversità può costare caro. Anche se «lo fanno tutti», per dirla con le parole che usano gli studenti per giustificarsi. In effetti - si legge sul corriere del veneto.it - il malcostume che viola i diritti dautore è ormai una prassi, indicata perfino come una necessità da molti allievi dellateneo che si ritrovano a dover fare i conti con le tasse discrizione, alle quali spesso si aggiungono laffitto da pagare, le bollette e i rincari dei mezzi pubblici. E così, si risparmia dove si può. A cominciare proprio dai libri. Per non gravare ulteriormente sulle spalle di mamma e papà, è sufficiente farsi prestare il testo e fotocopiarlo, pagina per pagina. E anche se la legge proibisce di riprodurre il libri per oltre il 15 per cento, è un divieto che quasi nessuno rispetta. Eppure, se si viene scoperti, si rischia grosso. Lo sa bene una ragazza vicentina, iscritta ai corsi dellateneo scaligero, che oggi finirà sotto processo a Verona proprio per aver fotocopiato un volume. Era il 21 ottobre del 2004 - racconta il corriere del veneto.it - quando la studentessa, che allepoca aveva 19 anni, venne «pizzicata» a riprodurre le pagine in una copisteria di via San Francesco, a due passi dallUniversità. Stando alla ricostruzione della Procura, si presentò con sotto braccio il libro «Storia dellIllustrazione italiana», considerata unopera fondamentale dagli esperti del settore, scritta da Paola Pallottino e pubblicata da Zanichelli nel 1988.
La studentessa senza chiedere laiuto del personale della copisteria, si era messa a fotocopiare il volume, ignorando i fogli appesi alle pareti che ricordavano il divieto di riprodurre i libri oltre i limiti di legge. E dopo aver stampato tutte le pagine, se lera pure fatte rilegare. Pensava di averla fatta franca, esattamente come capita ogni giorno ai suoi «colleghi» di ogni parte dItalia. Quel che non sapeva è che ad osservarla cerano due ispettori Siae che si trovavano proprio allinterno dello stesso negozio. I funzionari hanno atteso che terminasse di fotocopiare il volume per poi avvicinarsi e chiederle spiegazioni, prima di contattare le Forze dellOrdine. Lallieva dellAteneo scaligero venne quindi identificata e denunciata, mentre il libro fu sequestrato. Domani, a sei anni dai fatti, inizierà il processo. La giovane - che a distanza di tanto tempo è ancora scossa - dovrà comparire davanti al giudice per dare la sua versione. Intanto però, si ritrova a incassare uninaspettata solidarietà: quella dellautrice del libro.
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