"Il presidente del Consiglio ha in mente un paese in cui il potere viene sempre più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione a cui lui ha giurato fedeltà". E' anche per questo motivo che il neo segretario del Pd, Dario Franceschini, ha giurato fedeltà alla Costituzione, davanti al cippo dell'eccidio degli Estensi a Ferrara, la sua città. "Non è il momento della delusione, dell'astensionismo o del disimpegno - ha aggiunto - è il momento in cui tutti gli italiani che credono nei valori condivisi che hanno fatto nascere la nostra Costituzione, dall'antifascismo e dalla resistenza, in modo pacifico, civile e democratico comincino una lunga battaglia per difendere la democrazia italiana".
"Ci aspettano mesi difficili" Quelli che attendono il centrosinistra saranno "mesi difficili, anni difficili, ma noi alla fine vinceremo", ammette poi Franceschini che, giurando a Ferrara sulla Costituzione, ha fissato nella difesa dei valori il primo punto della sua attività da segretario. "Fino a qualche decennio fa - ha detto - la Costituzione, l'antifascismo e la laicità erano valori condivisi da tutte le forze politiche, che si fronteggiavano anche duramente. Oggi sembra che noi sia più così. Noi vogliamo che torni ad essere così. Saranno mesi difficili, anni difficili, ma noi alla fine vinceremo".
Berlusconi replica "Non mi fido mai di quello che voi riferite degli altri, ma se avesse detto così, avrebbe detto una cosa irreale, perché io ho giurato sulla Costituzione e ne sono un assoluto sostenitore". Cosi' il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine del vertice di Berlino, boccia le parole di Dario Franceschini, che da Ferrara, nella sua prima uscita da segretario del Pd, lo ha accusato di volere un Paese in cui "il potere è nelle mani di uno solo", un'idea che è contro la Costituzione". Ma contro le frasi di Franceschini e il suo giuramento sulla vecchia copia della Carta costituzionale del padre ottantasettenne, partigiano cattolico, non si scaglia solo il Cavaliere.
Tutto il Pdl fa quadrato nel bocciare il gesto con cui il nuovo leader democratico ha inaugurato il suo mandato. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, Franceschini continua e esprimere "un antiberlusconismo viscerale'. 'Ma su questo tema - aggiunge - Di Pietro non ha rivali" e per Maurizio Gasparri," Franceschini usa simboli e insulti per riempire un vuoto che resta tale"'. 'Lasci stare la Costituzione - aggiunge Gasparri - Come partenza ci aspettavamo qualcosa di piu' originale". Sarcastico Antonio Leone (Pdl), vicepresidente della Camera: "Come può un Franceschini di turno giudicare in termini così irrispettosi il presidente del Consiglio dei ministri? Silvio Berlusconi è in carica in virtù' di un'elezione legittima e democratica. Questo sarebbe l'uomo cui è stato affidato il compito di guidare il popolo della sinistra? Che tristezza". Anche il ministro della Difesa e reggente di An, Ignazio La Russa parla di "giuramento demagogico".
Rotondi: "Idea bigotta della Costituzione" "Gli ex del Pci sono meno prevenuti. I Dc che sono andati di là hanno il complesso di dimostrare di essere più antiberlusconiani dei comunisti e il dialogo con il Pdl ne risentirà. Sarà tempo perso. Franceschini viene dal bigottismo istituzionale di Elia, l'ala più retrivamente attardata sulla difesa intransigente di tutta la Costituzione. E' improbabile che si apra un confronto, men che meno sulle riforme. Paradossalmente era meglio con Veltroni". Così Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma di governo, commenta l'attacco del neo segretario del Pd Dario Franceschini a Silvio Berlusconi sulla Costituzione. "La sinistra è alla disperazione: non sa chi è - continua Rotondi - Questo è il nodo della crisi del Pd. Che cosa sono? Centristi. Popolari. Popolari che hanno sulle scatole Berlusconi? Non mi pare che sia neanche così. Loro non sono popolari e non dicono d'essere nemmeno socialisti. Questo significa che avranno difficoltà ad allearsi, tranne in un caso: Di Pietro, che lo farà per sfruttare l'effetto sanguisuga".
La Russa: giuramento demagogico "Non c'era bisogno di giurare sulla Costituzione come capo di un partito. Dario Franceschini era già un parlamentare, quindi penso avesse già giurato sulla Costituzione. Questa necessità mi sembra solo demagogica". Lo ha detto a Sky Tg24 il ministro della Difesa Ignazio La Russa a commento della decisione del neosegretario del Pd di giurare a Ferrara sulla Costituzione. "Avrei voluto chiamare Franceschini per complimentarmi - ha spiegato La Russa - ma sono stato frenato dalle sue parole. Capisco che in certi casi è tutto perso e uno si deve attaccare a qualunque cosa, ma speravo almeno in un po' di fantasia.
Invece questo insistere solo su Berlusconi, causa di tutti i mali è un enorme segno di debolezza e continuità con una politica della sinistra che finora è costata perdite a loro e vantaggi a noi, ma soprattutto danno per l'Italia, perché non avere un'opposizione con cui potersi confrontare è un danno oggettivo per l'Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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