Franceschini s’inventa «il declino del Pdl»

CONFUSO Il leader Pd: «Vinciamo in tante città» La Russa: «Di questi ko ne vorrei uno alla settimana»

RomaCerto, sarà «un percorso lungo», ammette Dario Franceschini. Ma «sta cominciando il declino della destra», assicura, «e con lavoro e impegno porteremo avanti il cambiamento nel Paese».
Il segretario del Pd esce dalla tornata dei ballottaggi con diverse bandierine in meno di quante ne avesse all’ingresso, tra Province e Comuni, e nessuna strappata al centrodestra. Ma il messaggio che dà a sera - quando Milano è già certamente persa e Venezia pure, mentre in Umbria si aprono crepe e in Toscana sparisce Prato - è coraggiosamente ottimistico. Il risultato? «Un segnale importantissimo. Ricordo che solo quindici giorni fa il quadro prospettava il Pdl al 45% alle Europee e la conquista di tutte le grandi città. Oggi Berlusconi è dieci punti sotto e la tendenza è a favore del Pd che vince in tante grandi città italiane».
Dal centrodestra gli risponde un diluvio di sarcasmo: «Trovo simpatica la dichiarazione di Franceschini - manda a dire il ministro (e coordinatore Pdl) Ignazio La Russa - dice che questo è l’inizio del declino? Io di questi declini ne voglio uno alla settimana». Denis Verdini, omologo di La Russa ai vertici del partito, fa impietosamente i conti in tasca al Pd: «È abitudine di tutti avere vinto, ma ricordo che andavano al ballottaggio 21 Province governate tutte dal centrosinistra e noi ne portiamo a casa 8 o 9, che sommate a quelle vinte al primo turno portano al centrodestra più della metà delle amministrazioni». Il fixing iniziale, ricorda Verdini, era 50 Province a 9 per il centrosinistra: «Alla fine di questa tornata, noi governeremo in più della metà».
Il Pd, però, tiene i luoghi più simbolici: Bologna, dove vince il candidato di Prodi Delbono; e Firenze, dove il giovane outsider Matteo Renzi stacca ampiamente il rivale Pdl Giovanni Galli. Il che è da un lato un gran sollievo per il Pd, perché una sconfitta nella capitale della rossa Toscana sarebbe stata una catastrofe, ma può diventare anche una bella spina nel fianco degli «oligarchi» ex Ds ed ex Margherita, dichiarando guerra ai quali Renzi ha vinto le primarie. «Una vittoria che profuma di futuro», prevede minaccioso Francesco Rutelli.
Tiene anche la Ferrara di Franceschini; la Provincia di Torino; e con Michele Emiliano pure il comune di Bari, epicentro del terremoto gossiparo che investe il premier e roccaforte dalemiana.

Due risultati subito rivendicati dall’Udc, che in entrambe le realtà si è alleato con il centrosinistra: «Praticamente ovunque l’Udc fa la differenza», tiene a sottolineare il segretario Lorenzo Cesa, ricordando che anche a Venezia (dove invece l’Udc stava col centrodestra) i centristi si son dimostrati determinanti.

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