IN FRANCIA Malik, un rapper è il nuovo Brel

E se il vero erede di Jacques Brel fosse un giovane rapper di colore? Si chiama Abd Al Malik, ha 35 anni e mescola hip hop e chanson francaise nell’album «Dante». Ma perché proprio Dante? Lo ha spiegato così Abd Al Malik, ex studente di filosofia e lettere antiche: «Scrivendo in toscano e non in latino, Dante ha reso possibile l’accesso della cultura a tutti. È quello che mi interessa fare, il rap e la letteratura non sono riservate ad un’élite». Non ha timore di passare per presuntuoso questo giovane parigino di nascita e congolese di origini, il cui vero nome è Regis Fayette-Mikano. Né di vedersi appiccicato il soprannome di «filosofo del rap». Figlio di un alto funzionario dello Stato, dopo il divorzio dei genitori è rimasto solo con la madre e sei fratelli e sorelle. Come tanti rapper ha conosciuto la delinquenza, la droga e la vita in una casa popolare della periferia di Strasburgo. Il cd, molto atteso in Francia, arriva due anni e mezzo dopo «Gibraltar», 350mila copie vendute e molti premi. Si trattava già allora di un misto di rap, slam, jazz e chanson, che era piaciuto alla critica per la sua originalità: per la prima volta un rapper francese accostava hip hop e canzone popolare, osando quello che i rapper americani avevano realizzato già da tempo. Per lui i classici «non sono pezzi da museo, ma hanno avviato una dinamica.

Tocca a noi giovani musicisti ora prendere la palla al balzo e continuare la loro opera, pur restando nella logica di rottura». Patrimonio e modernità, con riferimenti alla canzone di Brel, Gainsbourg, Nougaro, Reggiani.

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