Parigi - Oggi oltre 44 milioni di elettori francesi, che hanno fatto la scelta di iscriversi alle apposite liste, sono chiamati alle urne per eleggere al secondo turno il sesto presidente della quinta Repubblica. In lizza ci sono due personaggi di poco più di cinquant'anni e quindi almeno una cosa è certa: la Francia si trova a una svolta generazionale, esemplificata dal pensionamento del presidente della Repubblica uscente Jacques Chirac, che abbandona potere e politica all'età di quasi 75 anni.
L'ultima fase della campagna elettorale è stata caratterizzata dalla polemica sull'intervista concessa e non pubblicata. Il quotidiano Le Parisien ha chiesto ormai da tempo alla socialista Ségolène Royal e al leader del centrodestra Nicolas Sarkozy, protagonisti del ballottaggio di oggi, un'intervista a conclusione della campagna elettorale. Il colloquio con la Royal è uscito venerdì e quello con Sarkozy avrebbe dovuto essere pubblicato ieri. Invece niente. Al momento di impaginare l'intervista, il giornale è stato sommerso dalle proteste del team della candidata socialista, appoggiato dai responsabili della Commissione elettorale. Pare che - dopo la chiusura della campagna ufficiale - un giornale non possa neppure pubblicare le interviste ai candidati. Così quella alla Royal ha potuto uscire e quella a Sarkozy è inciampata su una censura perlomeno discutibile (la legge proibisce la "propaganda", ma le interviste ai quotidiani fanno parte della normale informazione).
Comunque l'intervista di Sarkozy è finita su internet e così il pubblico francese ha potuto prendere atto della risposta del leader neogollista alle veementi accuse della rivale socialista. Secondo la Royal, la Francia rischierebbe addirittura il caos nell'ipotesi di un ingresso di Sarkozy all'Eliseo. L'interessato ha replicato con calma, rilevando che mai argomenti del genere avevano fatto parte del dibattito elettorale della quinta Repubblica. «Questo linguaggio guerresco - ha detto Sarkozy - costituisce la negazione delle regole fondamentali della democrazia». Una tesi ripresa e precisata dal deputato Pierre Lellouche nell'intervista che pubblichiamo in queste stesse pagine. Ieri le operazioni di voto sono cominciate in alcuni territori extraeuropei della Francia.
Oggi c'è molta curiosità per il dato relativo all'affluenza ai seggi, che potrebbe avere un nesso rilevante col risultato finale. In effetti molti elettori del terzo e del quarto concorrente al primo turno, rispettivamente il centrista François Bayrou e l'estremista di destra Jean- Marie Le Pen, potrebbero disertare le urne a causa dell' incertezza sul voto da dare al ballottaggio. Le Pen è arrivato al punto di chiedere ai propri elettori di boicottare i seggi, visto che secondo lui Sarkozy e la Royal costituiscono un "pericolo" sostanzialmente uguale per gli interessi nazionali del popolo francese. Bayrou, che al primo turno è riuscito a portare a casa il 18,7 per cento dei voti, ha lasciato liberi i propri elettori, ma ha detto che personalmente non darà il proprio suffragio a Sarkozy. Non si capisce se voterà bianco o se sosterrà Ségolène Royal nel segreto dell'urna. Malgrado ciò, i sondaggi sono tutti dalla parte di Sarkozy. Il ribaltamento della situazione è avvenuto alla metà di gennaio e da allora nessuna indagine demoscopia, realizzata con i criteri stabiliti dalle norme vigenti in Francia, ha dato un risultato favorevole alla candidata socialista, che fino a quel momento era parsa in pole position. I sondaggi realizzati negli ultimissimi giorni, dopo l'aspro confronto televisivo tra Sarkozy e la Royal del 2 maggio, sono sempre più favorevoli al leader del centrodestra.
Dalla notte tra venerdì e ieri la pubblicazione dei sondaggi in Francia è rigorosamente proibita, ma l'ultimo ad essere stato reso noto è il più clamoroso: lo scarto a favore di Sarkozy sarebbe addirittura di dieci punti percentuali: 55 contro 45. Se questo fosse davvero il risultato delle urne, le ripercussioni della consultazione presidenziale rischierebbero d'essere molto pesanti all'interno delle sinistre e in particolar modo del Partito socialista. Ieri la netta sensazione dei politologi transalpini era che ormai i giochi fossero essenzialmente compiuti e che il solo interrogativo non riguardasse più la vittoria di Nicolas Sarkozy, bensì il suo margine di vantaggio sulla rivale.
Gli oltre cinque punti percentuali (circa il 31 contro circa il 26) del vantaggio di Sarkozy al primo turno nei confronti della sua avversaria di sinistra si sono rivelati un fossato difficilmente colmabile nella prospettiva del ballottaggio. Per questo la giornata di oggi dovrebbe essere quella di Sarkozy, che ha dato appuntamento ai propri sostenitori in Place de la Concorde per una festa notturna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.