Francia, Sarkozy silura i ministri E rispunta il "nemico" De Villepin

Dopo la batosta elettorale licenziato il responsabile del Lavoro. Ma intanto torna l’incubo dell’ex premier, che promette: fonderò un partito alternativo all’Ump

Francia, Sarkozy silura i ministri 
E rispunta il "nemico" De Villepin

«Non ha vinto la sinistra, ma ha perso Sarkozy», commentava ieri Daniel Cohn Bendit, leader di Europe Ecologie. All’indomani del voto in Francia per le Regioni, che ha confermato la sfiducia degli elettori (l’astensione ha sfiorato il 48%) e il sorpasso della sinistra sull’Ump (54,8% contro il 34,3 secondo i risultati non ancora definitivi) il presidente Nicolas Sarkozy raccoglie in fretta i cocci della sconfitta - che non si è trasformata in disfatta grazie alla tenuta dell’Alsazia, storico bastione conservatore - e guarda subito avanti. Rimpasto di governo è la mossa immediata. Senza però provocare le dimissioni del premier François Fillon, che pure ieri si era lanciato in una mea culpa: «Non siamo stati convincenti. Mi prendo la mia parte di responsabilità». In questo momento è infatti necessario a Sarkozy offrire agli elettori un segnale di discontinuità senza tuttavia dare l’impressione di cambiare tutto.

Eppure le prime teste eccellenti sono già rotolate. Dopo una giornata di colloqui e consultazioni cominciate al mattino presto tra le massime cariche politiche e istituzionali e il capo dell’Eliseo è arrivato in tarda serata l’annuncio dell’uscita di scena dalla compagine di governo del ministro del Lavoro Xavier Darcos. Troppo pochi i voti ottenuti contro lo sfidante socialista (28% contro il 56,3% dell’avversario) perché il ministro tenesse la sua posizione in un ministero così importante. «Si avvia a pagare il prezzo di una pesante sconfitta, anche se sapevamo che nella sua regione non si poteva vincere», riferiva ieri una fonte governativa. Al suo posto entra così l’attuale ministro del Bilancio, Eric Woerth, che ha guadagnato la fiducia dei francesi e dei vertici del partito per il sangue freddo e i metodi rassicuranti con cui ha affrontato dossier complessi e che verrà a sua volta sostituito da François Baroin, chiracchiano. Perde la poltrona anche Martin Hirsch, che lascia il ministero della Gioventù a Marc-Philippe Daubresse.

A bruciare, tuttavia, per il presidente è lo smacco personale, il calo di fiducia e insieme di consensi. Confermato da una serie di sondaggi diffusi ieri. I francesi non vogliono più un presidente prezzemolino - o «bling bling», come dicono i connazionali -: il capo dell’Eliseo deve cambiare stile, secondo un’indagine Csa per «Le Parisien». Oppure rischia grosso per le presidenziali del 2012. Un altro sondaggio Ipsos per «Le Point» conferma infatti che solo il 33% dei francesi, circa uno su tre, vuole che Sarkozy si ripresenti al prossimo turno.

E ora nel cammino del presidente ci sarà anche un altro scoglio da superare. A mettere altri bastoni fra le ruote ha pensato l’ex primo ministro francese ed eterno avversario, Dominique de Villepin, che ha annunciato che lancerà a giugno prossimo un nuovo partito politico con l’ambizione di incarnare un’alternativa a destra. Domenica sera, dopo la pesante sconfitta del partito del presidente, l’Ump, l’ex primo ministro di Jacques Chirac tra il 2005 e il 2007 ha fatto sapere che giovedì prossimo avrebbe annunciato la creazione di un «movimento al servizio dei francesi». E ieri è arrivata la conferma di un «nuovo partito politico», che «per il momento non ha un nome», ma verrà ufficialmente creato «a giugno». Anche per questo nelle ultime ore, gli uomini di Sarkozy stanno tentando l’apertura anche ai fedeli di Dominique de Villepin, cominciata con la nomina a vice-ministro del Lavoro con delega alla Funzione Pubblica del fedelissimo di De Villepin: Georges Tron.

E mentre Ségolène Royal si gode il successo - il quotidiano «Le Parisien» la definisce «indistruttibile» - anche il Front national di Le Pen vive il suo giorno di gloria: è stato il partito che ha eroso più voti al presidente. Ha raccolto il voto di protesta emerso con forza soprattutto alle estremità geografiche del Paese: a sud, in Provenza-Alpi-Costa Azzurra (22,9% dei voti e 21 seggi in consiglio regionale per il Fn) area a forte vocazione agricola e via di passaggio dei migranti in arrivo dal Mediterraneo, e nel Nord-Pas de Calais (22,2% e 18 seggi), regione a forte vocazione industriale, tra la più colpite dalla crisi.

Secondo la politologa Elisabeth Dupoirier il Fn «è paradossalmente figlio del successo dell’iniziativa politica di Sarkozy, che ha riunito in un solo partito, l’Ump, tutti i movimenti del centro conservatore e della destra moderata. Così, chi ha voluto esprimere il proprio malcontento verso il governo, ma senza votare a sinistra, non ha potuto che scegliere il Fronte nazionale».

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