Francia, studenti sul piede di guerra

da Parigi

Le due università «torride» del Sessantotto francese furono la Sorbona di Parigi e l’ateneo di Nanterre, nella banlieue della capitale. Proprio da lì tenteranno la prossima settimana di ripartire i contestatori, decisissimi a mettere in difficoltà il governo a proposito della legge sull’autonomia delle università, che spalanca la porta ai finanziamenti privati della ricerca nell’istruzione di alto livello. Invece di rallegrarsi per tale prospettiva, una parte degli studenti è scesa sul sentiero di guerra. Questi giovani denunciano la possibile «discriminazione tra le varie università», dimenticando il fatto che la sperequazione tra le lauree è particolarmente sensibile proprio oggi. Un fenomeno che va a scapito delle università pubbliche e delle facoltà più affollate.
Comunque c’è poco da discutere: la nuova rivolta studentesca francese è nata a tavolino, dall’iniziativa di movimenti d’estrema sinistra, che cercano di mettere in difficoltà in questo modo il presidente Nicolas Sarkozy. Anche l’Unef, l’influente organizzazione studentesca vicina al Partito socialista, si è impegnata nella «lotta alla legge Pécresse» (come, dal nome della ministra dell’Istruzione superiore Valérie Pécresse, viene definito il testo di riforma universitaria, approvato dal Parlamento lo scorso luglio).
Martedì si svolgerà in tutta la Francia una “giornata di mobilitazione” degli studenti medi e universitari, indetta dai “collettivi di lotta” e da varie organizzazioni giovanili. Si temono incidenti. Polizia e gendarmeria hanno predisposto un eccezionale dispositivo di sorveglianza in tutte le principali città. Domani la Sorbona riaprirà dopo i tafferugli di venerdì mattina. Nonostante il weekend, il più celebre ateneo francese è sorvegliato da un distaccamento delle forze dell’ordine, pronto a intervenire in qualsiasi momento. Non è escluso che i giovani dei “collettivi di lotta” tentino per l’ennesima volta di occupare la Sorbona, iniziativa che sarebbe comunque destinata a fallire a causa della presenza della polizia.
La chiusura di questa università potrebbe essere prorogata per altri due giorni, ossia fino a mercoledì. Nella serata di ieri è circolata la voce che una parte degli studenti di Nanterre starebbe preparando iniziative clamorose (presumibilmente un nuovo tentativo d’occupazione) per la prossima settimana. Tutto è possibile. C’è il timore che le componenti estremistiche della protesta vogliano cercare l’incidente allo scopo di mobilitare i giovani contro il governo. Ma anche coloro che vogliono continuare normalmente i propri studi si stanno organizzando.
Sul fronte sindacale l’autunno caldo francese si è finalmente intiepidito. I trasporti pubblici sono tornati alla normalità dopo uno sciopero cominciato il 14 novembre e protrattosi per una decina di giorni. La trattativa sull’applicazione della riforma pensionistica, che è il pomo della discordia, è ormai avviata. Vi partecipano governo e parti sociali. Sarkozy è oggi in Cina per una visita ufficiale di tre giorni. Ha una valigia di proposte commerciali per riequilibrare l’interscambio tra Parigi e Pechino.

Al ritorno farà ai connazionali un discorso sul rilancio del potere d’acquisto. Un’iniziativa tanto più necessaria perché ieri è stato diffuso un sondaggio su questo argomento: due francesi su tre pensano che il loro potere d’acquisto sia calato nel corso dell’ultimo anno.

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