Francia vecchia e lenta graziata dalla Svizzera

Il ct Domenech boccia Trezeguet e affianca un modesto Ribery al fantasma di Henry

Tony Damascelli

Altra graticola, stavolta a Stoccarda. Pomeriggio di caldo pesante, Francia e Svizzera vanno avanti a fuoco lento. Partita brutta nel primo tempo, fatica nei ritmi, il sole abbaglia metà del campo, si gioca contro luce, non è facile e poi la temperatura aumenta i problemi. Premesse per un pomeriggio senza emozioni. Zero assoluto, nei gol, la Francia quasi si scioglie, la Svizzera morde i fazzoletti, ha buttato via la grande occasione di fare tre punti storici. La scelta di Domenech, una sola punta, Henry con la bocciatura del lamentoso Trezeguet, si è rivelata sbagliata. L’esordio di Ribery è stato pallidissimo, la cicatrice del ragazzo di Boulogne sur Mer è stata la sola nota della sua prestazione, emozionata e mai emozionante. Colpa dell’allenatore che mai, prima di ieri, aveva assegnato al «marsigliese» che si è fatto musulmano il ruolo di titolare e, pronti via, lo ha lanciato in mischia mondiale. Zidane ha cercato di tenere insieme la baracca, qualche invenzione ma andamento lento, come gli altri enfants de la Patrie, inguardabile anche Henry che ha bruciato tre occasioni di quelle sue.
Se nel totale dell’ora e mezza di gioco i migliori sono risultati Sagnol e Abidal, i due esterni di difesa, qualcosa deve pur significare. Significa ad esempio che la Svizzera ha fatto il suo, che Frei e Barnetta hanno avuto la possibilità di grigliare i galletti ma hanno trovato Barthez reattivo e fortunato come da sempre. E la Francia, di solito veloce, fantasiosa, aggressiva ha mostrato l’altra faccia del suo repertorio, la peggiore, giocando per linee orizzontali, non trovando mai le sortite esterne dei bei tempi (ricordate Lizarazu e il Thuram che fu?), e in mezzo al campo Makelele e Vieira hanno fatto ordinaria amministrazione.
I francesi hanno protestato per due situazioni critiche in area di rigore, un fallo di mano di Magnin su cross di Sagnol in avvio e un altro mani di Muller su tiro di Henry, dopo errore clamoroso di Senderos e fuga di Ribery, ma nemmeno strilli, semplici lamenti che l’arbitro Ivanov ha fatto finta di non sentire andando invece ad ammonire chi perdeva tempo su un calcio di punizione, secondo nuova indicazione Fifa. Da registrare comunque che se al posto dello spento Wiltord ci fosse stato Trezeguet, un paio di palloni vaganti in area, a qualche metro dalla porta di Zuberbuhler, sarebbero diventati velenosi e decisivi per la vittoria. Ma è inutile insistere sull’argomento, Domenech ha bruciato Ribery, ha bocciato Trezeguet, ha messo in campo anche Saha e Dhorasoo ma il prodotto non si è alzato di forma e di sostanza.
La Svizzera ha preso un palo, ha visto i francesi sull’orlo del precipizio, Kuhn a un certo punto ha capito che spingendo sul fronte centrale avrebbe messo davvero nei guai la difesa francese ma nè Frei, nè Streller, nè Gygax (gigantesca palla gol parata in due tempi da Barthez), hanno cambiato l’ordine del risultato. Il caldo ha fatto il resto, anzi di più. Difficile giocare a quest’ora ma un mondiale a trentadue squadre non prevede altre soluzioni di calendario. Gli svizzeri in verità lo hanno capito in tempo, limitandosi a un gioco ordinato, grazie al lavoro di Vogel, il migliore del gruppo. Tanto che a fine partita Domenech ha dovuto ammettere che i suoi hanno sbagliato in attacco, guarda che strano, ma non ha ammesso che l’errore principale è stato il suo, quello di avere rinunciato a Trezeguet: «La Svizzera ha un punto come noi» ha aggiunto il cittì francese che tiene fede al connazionale La Palisse.

Due note sull’arbitro russo: Ivanov ha ammonito otto giocatori in una partita per nulla cattiva. Il regolamento è quello che è ma la sua applicazione a volte avrebbe bisogno di essere elastica. Chiedere una cosa del genere a un russo è la cosa più difficile.

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