da Parigi
Lala dura del sindacalismo francese conosce in questi giorni una sola parola: no. Ieri questo termine è stato usato per lennesima volta allo scopo di rifiutare le proposte contenute nella lettera che la signora Anne-Marie Idrac ha inviato a tutti i dipendenti dellazienda da lei presieduta: la Sncf, ossia le Ferrovie francesi. Lala dura del sindacato ha risposto con un rifiuto anche al ministro del Lavoro Xavier Darcos, che - in questo terzo giorno consecutivo di sciopero dei trasporti - ha tentato di rilanciare lidea del dialogo in vista della riforma pensionistica. Il presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy e il ministro Darcos hanno fissato un punto dal quale non possono tornare indietro: le categorie che attualmente godono dei regimi pensionistici speciali, per cui si va in pensione a unetà compresa tra i 50 e i 55 anni, devono accettare lallineamento col resto dei lavoratori francesi (che ottengono il massimo della pensione solo se hanno 40 anni di contributi). Tuttavia Sarkozy e Darcos sono pronti a decidere una serie di «scalini» per diluire nel tempo gli effetti della riforma. Ieri lala dura dei sindacati ha rifiutato ogni ipotesi del genere, anche se ladesione allo sciopero è ulteriormente calata.
A Parigi la situazione è molto grave perché lo sciopero delle Ferrovie coincide - come in tutte le altre città - con quello dei mezzi pubblici urbani: il caos della capitale è in questi giorni alle stelle. In serata si è saputo che le assemblee di ferrovieri e dipendenti delle municipalizzate dei trasporti hanno deciso di prolungare lo sciopero contro la riforma pensionistica. Adesso, però, nellopinione pubblica ci sono altre voci decise a esprimersi e si parla di possibili manifestazioni di «cittadini che vogliono lavorare», che potrebbero avere luogo nel corso del weekend in varie città.
Si fa intanto molto seria la situazione nelle università.
Francia, vince lala dura: sciopero a oltranza
I sindacati rifiutano qualsiasi compromesso con il governo, ma le adesioni alle agitazioni sono in calo. Proteste e scontri anche nelle università
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