Politica

Fratelli scomparsi: arrestato patrigno per abusi sessuali

Il convivente della madre dei due ragazzini di Gravina avrebbe violentato una quindicenne

Bepi Castellaneta

da Gravina in Puglia (Bari)

Non c'entra niente con la scomparsa di Francesco e Salvatore, ma è il responsabile di una lunga squallida storia rimasta sepolta nel silenzio per oltre un anno. Lui, Nicola Nuzzolese, 68 anni, convivente di Rosa Carlucci, la madre dei fratellini spariti il cinque giugno a Gravina in Puglia, è stato arrestato ieri dalla polizia con l'accusa di abusi sessuali su una minorenne, una quindicenne che quando ha appreso la notizia ha cominciato a disperarsi e a urlare: nonostante l'orrore che si trascinava da tempo la ragazzina si sentiva infatti molto legata a lui, «forse - spiegano gli investigatori - a causa di una immaturità psichica».
Nuzzolese, con un precedente per atti di libidine che risale al '69, è stato bloccato alle otto del mattino ed è stato condotto negli uffici della questura di Bari, dove era stata convocata anche la compagna. La donna quando ha appreso la notizia è rimasta in silenzio, come rassegnata. I due vivono insieme da un anno e mezzo a Santeramo in Colle, un paese vicino. Lui gestisce un locale e lavora nei campi. «Non ci sono collegamenti con la vicenda dei fratellini scomparsi», taglia corto il capo della squadra mobile, Luigi Liguori, anche se l'arresto è stato comunque eseguito proprio nel corso dell'inchiesta sulla scomparsa di Francesco e Salvatore Pappalardi, 13 e 12 anni, spariti dopo un pomeriggio trascorso insieme agli amici in piazza della Cattedrale, dove si vedevano per giocare a pallone.
L'ultimo avvistamento risale alle 21,20 del cinque giugno: ci sono due ragazzini che dicono di averli notati proprio laggiù, un terzo invece ha ritrattato. Ma non è tutto, perché c'è anche chi dice di aver notato il padre, Filippo Pappalardi, negli stessi luoghi frequentati dai figli, un racconto tutto da verificare.
Le ricerche per il momento non hanno portato a nulla. Eppure per giorni questo angolo di Puglia a una quarantina di chilometri da Bari, un paese arroccato su una collina che a tratti sprofonda per decine di metri nel terreno fragile come l'argilla, è stato passato al setaccio da polizia, carabinieri, vigili del fuoco, corpo forestale dello Stato, uomini del soccorso alpino, speleologi: niente, neanche una traccia, solo il nome «Ciccio» scritto sulla parete di una casa diroccata dove si riunivano alcuni ragazzini. Il procuratore, Emilio Marzano non nasconde la difficoltà delle indagini. E dichiara: «Magari avessimo elementi certi per poter dire che siano vivi».
La polizia ha eseguito una valanga di interrogatori, in tutto sono state ascoltate oltre mille persone. E proprio da alcune testimonianze è emersa la storia di abusi sessuali che ha portato all'arresto di Nuzzolese. Prima voci, poi elementi precisi.
Gli investigatori hanno aperto una nuova inchiesta diretta dallo stesso magistrato che indaga sulla scomparsa dei fratellini, il sostituto procuratore Antonino Lupo, e alla fine è scattato l'arresto disposto dal gip Iolanda Carrieri. Intanto, le indagini sulla sorte di Francesco e Salvatore vanno avanti.
A Bari sono arrivati agenti del Servizio centrale operativo della polizia, che fanno parte di un pool di otto esperti impegnati nell'esame del traffico telefonico di tutto il paese: in tutto sono all'esame degli investigatori sedicimila utenze su poco più di 43mila abitanti.

L'obiettivo è ricostruire quel cinque giugno, verificare gli spostamenti, individuare quanti quella sera erano lì, a Gravina in Puglia, il paese dei dirupi e delle grotte, il paese dei misteri e dell'angoscia.

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