Bepi Castellaneta
da Bari
A distanza di quasi due mesi le indagini vanno avanti per esclusione. E tra le piste che adesso vengono escluse c'è quella della contesa familiare, una disputa che non c'entra nulla con il destino di Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni scomparsi il 5 giugno scorso a Gravina in Puglia, centro agricolo della provincia di Bari dove da tempo si accavallano dubbi e ipotesi: è quanto emerso dagli accertamenti della polizia su questo autentico rompicapo, la storia di due ragazzini usciti per andare a giocare dopo aver fatto i compiti e mai rientrati a casa. Gli investigatori hanno ascoltato più volte la madre, Rosa Carlucci, e altri parenti: ma non è venuto fuori nulla. E così le indagini hanno preso un'altra direzione. Tra cui quella di un incidente, un crollo nel centro storico di Gravina, una zona punteggiata da baracche abbandonate messe su come castelli di carta su un terreno fragile e segnato da grotte, dirupi, cantine che si susseguono per chilometri e delimitate persino da muretti a secco sotterranei, proprio come quelli che punteggiano le campagne pugliesi. Insomma una città nella città, una città che non si vede e che potrebbe aver inghiottito i fratellini mentre giocavano, anche se mancano riscontri precisi. L'unica cosa certa è che la sera della scomparsa tutti e due erano da quelle parti. Per il resto è buio fitto. Al punto che gli investigatori lamentano il clima di omertà che avrebbe ostacolato le indagini: «Ognuno si fa gli affari suoi», commentano con amarezza mentre viene archiviata con un nulla di fatto un'altra giornata di ricerche. Proprio per verificare lipotesi di un incidente e il crollo di una di quelle baracche, sul posto vengono utilizzati cani da macerie. Ma le perlustrazioni non sono approdate a nulla, niente che possa imprimere una svolta all'inchiesta della procura di Bari che ipotizza il reato di sequestro di persona a carico di ignoti. Nei giorni scorsi si è tenuto un vertice tra gli inquirenti, che ormai escludono anche la cosiddetta pista romena, e cioè il coinvolgimento di amici extracomunitari della madre dei ragazzi, così come quello familiare.
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