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Fratta (An) vuole ricandidarsi: «Cinque anni di buon governo»

Il presidente uscente del XVIII Municipio fa il punto sul lavoro portato a termine e sulle cose da fare

Fratta (An) vuole ricandidarsi: «Cinque anni di buon governo»

Rita Smordoni

«Decisioni rapide, abbattimento degli ostacoli burocratici e un grande rispetto per le idee e i suggerimenti dei cittadini e dei comitati di quartiere». Ha le idee chiare Vincenzo Fratta, An, minisindaco del XVIII Municipio. Romano, 49 anni, Fratta vanta una lunga esperienza come amministratore, essendo stato già presidente di circoscrizione nel ’94 e nel ’97. Nel 2001 si candida alla presidenza del XVIII, e vince al primo turno con il 52,2 per cento dei consensi.
Intende ricandidarsi?
«Certamente. In 5 anni di governo la giunta di centrodestra ha realizzato molto per questo territorio, ma c’è ancora tanto da fare. Abbiamo avuto belle soddisfazioni, come l’inaugurazione del poliambulatorio in via Boccea, a novembre 2003. Quello vecchio era a Val Cannuta, in campagna. Un vecchio stabile ai limiti dell’agibilità, che creava grandi disagi agli operatori e agli utenti. Abbiamo anche aperto tre nuovi centri anziani, a Val Cannuta, a Casalotti e a via Marvasi, sull’Aurelia. Il municipio, oltre ai servizi istituzionali di assistenza ad anziani, minori, disabili e famiglie disagiate, ha aperto un centro diurno per ragazzi disabili e due centri per anziani fragili, dotati di mensa e servizio di trasporto autonomo. E sono state prese iniziative di sostegno per le famiglie con congiunti affetti da Alzheimer o con bambini affetti da autismo. Abbiamo aperto una ludoteca e un ludobus itinerante nelle piazze del municipio. Infine, abbiamo migliorato qualità e sicurezza di tutti gli edifici scolastici, ristrutturato otto asili nido e aumentato la capienza delle scuole materne, portata a 1.700 posti».
Parcheggi e traffico sono i principali problemi del municipio. Cosa si è fatto per contrastarli?
«Mentre il Campidoglio ha puntato sulle strisce blu, il municipio ha ricavato 310 nuovi spazi gratuiti per la sosta. È grave che il Comune sottragga ai cittadini quasi mille posti auto: da cinque anni chiediamo l’apertura al traffico del piazzale di largo Micara, ma il Campidoglio continua a considerarlo un parcheggio riservato ai pullman, anche se è vuoto. Sono inutilizzati anche i 330 posti auto del parcheggio meccanizzato Cornelia, chiuso da settembre, e i 70 del parcheggio sotterraneo della stazione San Pietro, inagibile per le infiltrazioni d’acqua».
E il problema dei campi nomadi?
«La via Aurelia per il Campidoglio è il luogo ideale per relegare i rom spostati da altre zone della capitale, nonostante la nostra ferma opposizione. A luglio scorso siamo riusciti a bloccare il trasferimento a Castel di Guido di 800 rom provenienti da Vicolo Savini, poi finiti sulla Pontina. Il Comune non aveva informato il municipio e aveva dimenticato che sull’Aurelia ci sono già gli insediamenti della Monachina e di via di Villa Troili, che causano grossi problemi ai residenti e per i quali abbiamo chiesto lo smantellamento».
Ora si parla di trasferire gli extracomunitari del Residence Roma nel complesso dei Padri Irlandesi in via della Maglianella, a Boccea.
«Il consiglio municipale ha votato una risoluzione per chiedere al sindaco di rinunciare al progetto. Non vogliamo un terzo polo di assistenza alloggiativa sul territorio, in aggiunta alle palazzine ex Bastogi, che ospitano 1.

800 persone, e al residence Val Cannuta, dove vivono in 800, perché il nostro municipio già affronta quotidianamente gravi emergenze sociali, igieniche e strutturali di questi contesti. Abbiamo chiesto al comune, che non ha risposto, la chiusura del residence Val Cannuta, lo sgombero degli occupanti abusivi del residence Bastogi e i necessari lavori di manutenzione».

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