Frattini: "Dall’Ue solo parole e mai nessun fatto"

Ancora polemiche sulla morte dei clandestini eritrei in mare. Il titolare della Farnesina critica Bruxelles: "La priorità dell'Italia è salvare le vite: vogliamo aiutare chiunque sia in pericolo. Ma l'Ue collabori". Viaggio a Malta, il buco nero che butta a mare gli immigrati

Frattini: "Dall’Ue solo parole e mai nessun fatto"

Rimini - «L'Europa non fa nulla». L'Europa è ferma sulle politiche dell'immigrazione, ma l'immigrazione «è affare di tutta l'Europa». Non aveva la garanzia che il pubblico lo applaudisse, ha lasciato da parte il suo passato di commissario europeo, ma dal meeting di Rimini il ministro degli Esteri Franco Frattini ha puntato in alto nel suo attacco all'anello debole della gestione dei flussi: è Bruxelles che deve gestire, dividere, soccorrere. «Qui è mancata l'Europa - ha detto il capo della diplomazia italiana alla trentesima kermesse di Comunione e liberazione - perché al di là dei finanziamenti e delle dichiarazioni politiche è mancata nel dire: se vi è un flusso migratorio che non possiamo contrastare, tutti e 27 ci dobbiamo fare carico in maniera proporzionale di queste persone».

L'aiuto e la severità, l'accoglienza e il contrasto alla criminalità, sono mansioni da svolgere tutti insieme, «i 27 Paesi membri». Frattini l'ha detto perché fosse chiaro a chi governa l'Unione europea, ma anche per avvicinare una platea, quella di Cl che ha ancora negli occhi i titoli del quotidiano dei vescovi Avvenire sulle morti di immigrati in mare, le critiche al governo e le sue politiche della sicurezza. L'editoriale di ieri del foglio della Cei titolava: «Per non rischiare anche noi il naufragio», in riferimento all'ultima strage nel Mediterraneo. E in mattinata, alla conferenza stampa di apertura, la presidentessa del Meeting, Emilia Guarnieri aveva subito chiarito: «Che il Meeting sia al fianco dei vescovi non penso che sia un grande scoop». Però qui a Rimini ieri nessuno dei due ministri presenti ha attizzato le polemiche nel dibattito Lega-Chiesa. La Chiesa anzi ha «tutto il diritto di intervenire su questi temi, perché si occupa di diritti umani, di “persona”», ha osservato il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna.
Si può ascoltare quello che sostengono i vescovi e lasciarsi convincere da Frattini e così sembra avvenuto al Meeting: gli stranieri che affrontano il mare, le tragedie del Mediterraneo, gli sbarchi, i respingimenti, ha chiarito il ministro degli Esteri dal pensatoio di Cl, non possono essere una questione «dell'Italia, o di Malta». Parole dette ai giornalisti, ma ripetute anche al dibattito pubblico sui Paesi «dimenticati» con molti leader del continente africano. «Noi vogliamo aiutare tutti coloro la cui vita è in pericolo», ma l'Europa ci deve essere, deve sostenere l'Italia: l'«affare» è europeo. E il pubblico ha applaudito mentre parlava, con convinzione. Perché c'è un «buon senso» come commenta Mara Carfagna, alla base dei valori cristiani, e dunque di chi sta assistendo alla festa ciellina, che fa comprendere gli argomenti del ministro ex Commissario che accusa la «sua» Europa di inadempienze.

Frattini ha messo da parte i toni sfumati delle buone relazioni per indicare chi si sta lavando le mani: «Per l'Italia questi rifugiati debbono trovare alloggio e sostentamento in tutti i Paesi europei secondo criteri di distribuzione proporzionale - il suo chiarimento -. Non nei soli Paesi dove sbarcano». È «mancata la risposta europea» sulla «proporzionalità». Quando «questa risposta sarà data, potremo dire che l'Europa ha dimostrato la sua solidarietà».
L'Italia non mette e non metterà mai in discussione il fatto che «la vita umana valga più di ogni altra cosa», ha garantito ancora il ministro degli Esteri, ed è questa una «convinzione profonda»: «Nell'ultimo anno, è stato salvato qualche migliaio di persone». Ma se uomini e donne scappano dalla loro terra affidandosi a mezzi fortuna, se gli immigrati affrontano il mare in quelle condizioni, significa che sono in fuga «dalla disperazione»: solo aiutando l'Africa si possono quindi ridurre i «flussi di questa disperazione».


Il problema dell'immigrazione «si risolve creando le giuste condizioni sul posto perché la gente non fugga per la disperazione», ha affermato il primo ministro del Kenya, Raila Odinga, ospite degli incontri di Rimini, condividendo in pieno le parole di Frattini: «Perché la gente non scappi - ha detto Odinga - bisogna permetterle di vivere in casa sua in condizioni accettabili». Oggi arriva a Rimini il primo esponente della Lega, il ministro Roberto Calderoli.

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