Freddo In 600 bloccati una notte nel treno gelato. Le Fs: «Portatevi le coperte»

Cento senza fissa dimora hanno trovato rifugio dal gelo le scorse due notti nelle stazioni della metro rimaste aperte su disposizione dall’assessorato alle Politiche sociali per aiutare quanti rifiutano l’accoglienza nelle undici strutture previste dal Piano freddo del Comune. Gli operatori della sala operativa sociale comunale e i volontari dell’Arciconfraternita del SS.Sacramento e San Trifone e delle principali associazioni di ispirazione cattolica hanno distribuito bevande calde, coperte e generi alimentari agli homelles che si sono accalcati nelle stazioni di Barberini, Flaminio, piazza Vittorio, San Giovanni, Piramide, Tiburtina e Ponte Mammolo. Le stazioni resteranno aperte fino al 4 gennaio. Dal primo dicembre gli undici centri di accoglienza del Comune ospitano una media di 400 senza fissa dimora a notte, ai quali si aggiungono le persone con disagio assistite nelle strutture permanenti dedicate alle diverse fragilità, attive tutto l’anno con una capacità di accoglienza di oltre mille posti. «Desidero ringraziare ancora una volta tutti coloro che collaborano con il Comune per l’aiuto alle persone con difficoltà - dice l’assessore Sveva Belviso - In particolare il mio ringraziamento va ai cittadini le cui segnalazioni consentono all’amministrazione di raggiungere anche quei casi di disagio meno “visibili” e dunque più difficilmente raggiungibili dai nostri servizi».
A causa del freddo alcuni passeggeri di un treno in partenza per Torino dalla stazione Termini hanno vissuto davvero una brutta nottata. Tra loro c’era Anna Del Ponte, capo ufficio stampa dell’Orchestra Sinfonica di Roma. «Abbiamo atteso tutta la notte al freddo il treno - racconta - Dovevamo partire alle 23.50 e invece siamo partiti alle 6.30 con due treni diversi. Eravamo oltre seicento passeggeri e siamo stati bloccati a Termini sentendoci anche presi in giro: ogni ora spostavano l’orario di partenza fino a quando non ci hanno comunicato che il treno era stato soppresso. Nel gruppo c’era anche un bimbo di sei mesi - aggiunge -, un altro che doveva recarsi a Genova per un trapianto di midollo e un anziano che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per insufficienza respiratoria. Alle 3.30 circa finalmente hanno aperto una sala d’attesa, ma era gelida e i bagni erano chiusi. Poi ci hanno fatto salire su un treno fermo, senza riscaldamento né bagni funzionanti. Ci hanno portato delle coperte ma completamente inutili. Siamo rimasti al freddo per almeno due ore poi ci hanno fatto scendere e alle 6,30 ci hanno fatto salire su due treni: uno diretto a Genova, l’altro a Milano. È una vergogna, siamo stati letteralmente abbandonati al freddo e senza alcuna assistenza». E le Fs cosa consigliano in casi del genere? Di portarsi le coperte.

«Per le lunghe percorrenze, nel caso dovesse saltare la rete elettrica e quindi il treno fermarsi, il mio unico consiglio a chi prende il treno è quello di portare qualche coperta, un po’ d’acqua e qualche panino in più», dice l’ad delle Fs Mauro Moretti.

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