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Rivoluzione, svolta epocale, eresia o, più semplicemente, evoluzione profonda: da quando sul sito www.ferrari.com è stata svelata la nuova Ferrari FF a trazione integrale, plauso e aspre critiche si rincorrono sulla rete. Che cosa avrebbe detto il grande Enzo di una Gran Turismo del Cavallino rampante a quattro ruote motrici? Avrebbe approvato già trent’anni fa quando ottenne, in via riservata, una Audi quattro, primissima serie, da far guidare per qualche ora ai suoi collaudatori sulla pista di Fiorano che promossero a pieni voti la vettura, con grande cautela, come si doveva al Drake che apprezzò, di quell’automobile, anche il «sibilo del turbo»: ma questa è un’altra storia.
Ha percorso decine di migliaia di chilometri la Ferrari Four - four quante sono le ruote motrici e i posti a bordo - molti su pista ma la maggior parte in luoghi come Ushuaia, nella Terra del Fuoco, tra i ghiacci di Arvidsjaur, in Svezia, raramente frequentati dalle vetture di Maranello, per verificare l’efficienza e l’affidabilità della trazione integrale 4RM, sviluppata internamente.
Porta la rassicurante, consueta firma di Pininfarina la nuova ammiraglia che va a sostituire la 612 Scaglietti, ma è difficile non intuire, sotto le flessuose e affusolate forme, nel lungo cofano e nell’abitacolo fortemente arretrato che sembra spingere l’auto a un balzo poderoso in avanti, anche il linguaggio stilistico di Flavio Manzoni, allievo prediletto di Walter de’ Silva, approdato un paio d’anni fa al Centro stile di Maranello. Lunga poco meno di cinque metri e larga quasi due, la FF si presenta come una vera Gran Turismo, due porte più portellone, che può ospitare quattro persone e accogliere i bagagli in un vano decisamente capiente: 450 litri che possono salire (espressione normalmente riservata alle wagon che fa un certo effetto usare per una Ferrari) a 800 abbattendo i sedili posteriori.
Una Ferrari per lunghi viaggi, dunque, da affrontare in sicurezza grazie alla perfetta distribuzione delle masse sui due assi (53% sul posteriore), favorita dal peso contenuto della trazione integrale, più leggera del 50% rispetto ad una tradizionale (la massa complessiva della FF è inferiore ai 18 quintali), e al cambio F1 con schema Transaxle. Al top, per efficacia, le sospensioni magnetoreologiche, un must delle Gt di Maranello, giunte alla terza generazione e l’impianto frenante a dischi carbo-ceramici firmato Brembo.
Scorrere la scheda tecnica di una nuova Ferrari è sempre un’esperienza unica, seconda, ovviamente, al mettersi al volante. Il 12 cilindri, 6.262 cc, a iniezione diretta eroga infatti 660 cv per un impressionante rapporto peso-potenza di 2,7kg/cv , da «best in class», vanta una coppia stratosferica di 683 Nm a 6.000 g/minuti e consente alla maestosa Gt di passare da 0 a 100 orari in soli 3,7 secondi (335 orari la velocità massima).

Ma il valore che, questa volta, stupisce maggiormente è quello relativo al consumo medio: 15,4 litri/100 km (360 g/km di CO2), ottenuto con l’adozione, optional sulla FF, del sistema Hele, già montato con successo sulla California, che comprende anche il dispositivo Stop&Start. Per andare alla scoperta dei lussuosi interni della FF aspettiamo il Salone di Ginevra. Il prezzo non dovrebbe discostarsi da quello dell’attuale Scaglietti, poco più di 270mila euro.

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