Il frontale capolavoro di Costa

D avvero pregevole - aerodinamicamente e strutturalmente - il frontale della nuova Ferrari 2008, con cui Aldo Costa, con lo squadrone dei cosiddetti «computo-galleristi» di John Iley, ha saputo integrare magistralmente il «musetto» con il gruppo alare anteriore, la parte più esigente del regolamento per la prossima stagione. L'innovazione è assoluta: è la prima volta che la Formula 1, con quelle sue regole cervellotiche, riesce a risolvere elegantemente e sicuramente con grande efficacia, il complesso problema del maggior carico anteriore, a bassa resistenza. E, di qui al primo appuntamento di metà marzo in Australia, quanti cercheranno di imitare questa soluzione? Soluzione strettamente legata all'intero corpo-vettura, che completa la nuova filosofia telaistico-aerodinamica, per la maggior quota di peso aderente, in assenza del «traction control». Praticamente, con quelle fiancate accorciate e arretrate, sembra di essere tornati a quella famosa Lotus di un trentennio addietro, unica a raggiungere una ripartizione dei pesi del 70-30 per cento nella lunga evoluzione.
È tutto un po' mostruoso o fanta-spaziale; ma a questi limiti ci ha spinti l'ineffabile Fia-Tv-MC (MC sta per Montecarlo, dove si sono trasferiti i «grandi» della Concorde, nelle residenze dorate del lussuoso Boulevard des Moulins), con il regolamento più coercitivo e assurdo della centenaria storia dell'auto da «grand prix», surgelando tutto o applicando delle grandi toppe nei vari buchi. Nel «freezer» di un anno fa avevo messo: «Il progresso che non c'è; le innovazioni impossibili; la strada delle grandi conquiste tecniche ormai inesorabilmente sbarrata», eccetera, eccetera. Adesso, è con vera sorpresa che un progettista del livello di Aldo Costa, che ammiro più di tutti gli ingegneri dell'ultima generazione, per la sua sensatezza nell'avanguardia, un po' come faceva John Barnard, riesca ancora ad innovare.
Fuori dello splendido disegno anteriore e centrale - per favore, l'addetto-stampa non chiami «pance» le fiancate, come fanno i soliti tecno-analfabeti: anche come animale, la monoposto non avrebbe più di una pancia! - la F2008 rappresenta soltanto una evoluzione di un progetto eccellente, che ha portato all'ultimo mondiale, a dispetto del turpe spionaggio. Che tristezza l'omissione, dopo 60 anni, del passo (3 cm in meno!) nella scheda tecnica. Radiatori e trasmissione, ulteriormente evoluti, rivelano un gran lavoro tecnico; la sospensione anteriore, la sola ben valutabile, mostra ancor maggiore ripresa di «camber», dopo l'ultima svolta della Bridgestone, con le gomme prive di «super soft».

Il cambio per 4 gran premi è odioso, ma rappresenta un tema tecnico: non drammatico, dovendosi cambiare i rapporti e dovendosi occupare solo degli attuatori. Tutto il resto, frutto della grande scuola di Maranello, affiorerà ai primi scontri. Sicuramente con successo.

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