«Fu il primo a fare campagna elettorale all’americana»

Conobbi personalmente Carlo Pastorino sul sagrato della Chiesa dell'Annunziata, alla fine degli anni sessanta, mentre mi recavo alla messa per il precetto pasquale degli studenti universitari della Fuci. Mi fu presentato da Mario Epifani mentre stava discutendo con Pastorino di questioni inerenti il partito. Fu un breve scambio di convenevoli. Chi l'avrebbe detto che nel futuro avrei svolto una intensa e feconda attività politica con il futuro senatore. Pastorino fu per me un maestro di politica, come lo fu Fulvio Rosina nel campo professionale. Entrambi democristiani provenivamo da due diverse formazioni culturali. Pastorino di cultura liberale laica con un forte senso dello stato. Io cattolico liberale, ma sensibile alla questione sociale. Terminati gli studi ed iniziato a lavorare ripresi l'attività nel partito dopo la parentesi del movimento giovanile della D.C. Operavo nella sezione di Oregina, assieme all'amico Arrigo da Plano. Avevamo messo in minoranza i tavianei e rappresentavamo la corrente di Fanfani di cui Pastorino era il leader ligure. Dopo la mia elezione a Consigliere Comunale di Genova nel 1976 divenni il coordinatore della corrente di Pastorino per la provincia di Genova a seguito del decesso del precedente coordinatore William Benvenuti. Il rapporto con Pastorino si fece più stretto in quanto ero il collegamento tra lui e il gruppo fanfaniano.
Per narrare tutti gli episodi ed i fatti accaduti in quei lunghi anni fino al 1983 bisognerebbe scrivere un libro non un semplice articolo. Voglio solo ricordare alcuni episodi. La campagna elettorale per le elezioni politiche del 1972 vide Pastorino candidato al Senato nel difficile collegio di Genova 4 , allora feudo del partito liberale. Tutto il partito era schierato, contrariamente al solito, con il candidato in modo forte e deciso. Taviani aveva incaricato il fedele ed allora giovane Vittori di gestire per il partito la campagna elettorale. Ma determinante fu il ruolo svolto da Pastorino. Per la prima volta il candidato scese in campo applicando tecniche moderne e con stile simile alle campagne elettorali americane. Gli incontri con gli elettori iniziavano a con una serie di spettacoli articolati sul territorio del collegio. Era presente il cantante dialettale Parodi con una piacevole orchestra ed altri attori. Messaggi elettorali intercalavano lo spettacolo che aveva il suo clou con il discorso elettorale di Pastorino. Carlo Birone gestiva ed organizzava la campagna personale di Pastorino ed il suo operare fu determinante per l'elezione del senatore. Devo dire che Pastorino gli fu sempre riconoscente non si dimenticò mai del suo operato. Birone fu eletto Consigliere Provinciale in rappresentanza della corrente e quando una parte del gruppo non voleva che si ripresentasse, perché a loro dire non aveva sufficienti voti congressuali il Senatore si impose e lo riconfermò con un magnanimo atto di generosità
Pastorino sotto l'aspetto decisionista e volitivo in realtà nascondeva un animo sensibile, che difficilmente dimostrava. In occasione di una ristretta colazione di lavoro presso un ristorante di Boccadasse guardando il mare disse «sarebbe bello se riuscissi con una barca condotta da un marinaio ad andare al largo a passare in pace un poco di questa bella giornata». Durante le sue permanenze a Roma, per potere muoversi più agevolmente utilizzava una auto Alfa Romeo di sua proprietà con tanto di autista da lui pagato. Divenuto Sottosegretario alla Difesa scoprì che il suo segretario principale, distaccato da un altro ente pubblico, percepiva due stipendi, quello del ministero e quello del precedente lavoro. Subito il « personaggio» fu allontanato dalla segreteria e mandato a guadagnarsi la paga nel suo luogo di lavoro originario. Con Pastorino incontrai i principali esponenti del Gruppo fanfaniano, potendo constatare il ruolo importante di Pastorino a livello nazionale. La ferrea logica della politica fece cessare la nostra collaborazione. Terminata l'esperienza di Ministro la sua vita politica subì un rallentamento e Pastorino decise di privilegiare la vita professionale.

Rimase un me sempre il ricordo del Senatore ed il suo insegnamento politico che rafforzò in me il senso dello Stato, l'efficienza nell'operare e l'onestà al servizio della Comunità. Nel mio percorso politico pagai a volte per questa mia disciplina interiore ma sono felice di essere rimasto sempre fedele ai miei principi ed alle persone che mi hanno sostenuto.
*ex assessore comunale Dc

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