Funerali con slogan, così Gaza saluta «Vik»

Gaza I pianti, le bandiere, gli slogan. Cori e corteo, il funerale di Vittorio Arrigoni per le vie di Gaza city. Una bara di compensato coperta da una bandiera italiana e una palestinese, onori solenni, ma non di massa. E tante lacrime da parte degli amici. La Striscia ha salutato così il volontario italiano che a Gaza aveva scelto di vivere e dove è stato ucciso, a 36 anni, da un gruppo di estremisti.
Le indagini dicono che gli assassini appartengono a una cellula di ultraintegralisti salafiti, su posizioni ancora più radicali di Hamas: su tre di loro è stata messa una taglia. Si tratta di due palestinesi, Bilal al-Omari e Mohammad Salfiti e del giordano Abu Abdel Rahman al-Ordini (forse la mente dell’operazione), le cui foto sono state pubblicate su un sito ufficiale di Hamas. Oltre a loro, due presunti complici sono già in carcere, affiliati a uno dei gruppi della galassia salafita, ispirata ad Al Qaida, ma almeno in parte provenienti dagli stessi ranghi del braccio armato di Hamas. Circostanze che hanno spinto il ministro degli Esteri Frattini a notare come «non tutto sia ancora molto chiaro» nella fine «vile e orribile» della vicenda. Ieri però il corteo funebre era dedicato soltanto a «Vik», come era soprannominato Arrigoni. Alcune centinaia di persone in tutto si sono radunate dal mattino dinanzi all’ospedale Shifa di Gaza City, da dove il feretro è uscito a metà giornata portato a spalla da due file di poliziotti con i baschi rossi. Da lì la bara, cosparsa di petali, è stata poi caricata su un’ambulanza diretta con una coda di torpedoni e vetture private verso il valico di Rafah, al confine egiziano. Il percorso si completerà con l’arrivo al Cairo, dove è stata allestita una camera ardente, poi con il volo verso Milano e quindi con i funerali a Bulciago, il comune in provincia di Lecco da cui Arrigoni era partito e del quale sua madre, Egidia Beretta, è sindaco. La bara è stata accolta subito da invocazioni e applausi, al grido di «Vittorio, martire della solidarietà, la Palestina non ti dimentica», ma anche di «Via i terroristi dalla Palestina».
Intanto c’è chi avanza dubbi sulla morte dell’attivista italiano. «C’è l’Iran dietro allo scontro interno ad Hamas che ha probabilmente causato l’omicidio di Vittorio Arrigoni» ha detto il presidente di Information Safety and Freedom. L’omicidio sarebbe mirato a mettere in difficoltà il governo di Gaza e «arrestare definitivamente il tentativo di ricomposizione politica in seno alla comunità palestinese».

Mentre l’associazione EveryOne Group lancia un appello sul suo sito: non giustiziate subito i due già arrestati, altrimenti non ci sarà il tempo di accertare la verità. La tesi è che Arrigoni «rappresentava un pericolo per qualcuno ed era testimone scomodo di affari loschi, rapimenti, omicidi».

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