Furti di rame e tombini, una vera escalation

Marcello Viaggio

Fumi dai campi nomadi e furti di rame. Di notte e sempre nelle stesse zone: Roma Est fra Tiburtina e Casilina. Con qualche puntata a Ponte Marconi. I fumi provengono dai fuochi, i fuochi servono a fondere i cavi e le trecce di rame. Il business del metallo rosso è fiorente. Si conoscono addirittura le quotazioni del rame rubato e rivenduto sul mercato nero: 4 euro al chilogrammo. Ma il Comune non interviene. L’VIII Municipio da metà ottobre tiene in fondo al cassetto la mozione (firmata da tutti i gruppi del parlamentino) che chiede l’intervento del Prefetto e delle forze dell’ordine contro i fumi che si levano ogni notte dai fuochi accesi al campo Casilino 900. «Ma la mozione è stata fatta sparire dall’odg dalla maggioranza di sinistra», denuncia il consigliere Udc Antonio Di Giamberardino: «Non ne sappiamo più niente». I fumi neri, densi, pericolosi anche per la salute degli abitanti, si levano di notte anche da altri campi di Roma Est, fra la Tiburtina, viale Palmiro Togliatti e la Casilina. Ma la sinistra, tanto per non smentirsi, ha bloccato un’analoga mozione al VII Municipio, spiega la capogruppo di An Lorena Vinzi. E anche l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), inizialmente pronta ad analizzare i fumi, ha fatto marcia indietro: le norme prevedono controlli sui fumi industriali, ma quelli dei nomadi non sono industriali. Il Prefetto non si muove. Il Comune resta a guardare. Nessuno alza un dito. Intanto, complici fonderie e sfasciacarrozze, il metallo riciclato non fatica a trovare acquirenti di pochi scrupoli.
Gli episodi di cronaca sono all’ordine del giorno. A fine settembre un camion con decine di quintali di rame rubato da un cantiere è bloccato a Casilino 900. I carabinieri arrestano a La Rustica nove romeni intenti a smurare cavi per 300 chili. Ai primi di ottobre tonnellate di cavi dell’illuminazione pubblica «raffinati» del contenuto in rame sono sequestrati in un casale abbandonato di Ponte di Nona. Le strade della zona restano al buio per giorni. Il capannone, accertano gli inquirenti, era un crocevia dei traffici di tutto l’hinterland, rifornito dai nomadi di San Basilio, Salone, Tor Cervara. A fine ottobre nuovi furti dalla stazione Casilina, con forti ritardi dei treni sulla Roma-Formia e Roma-Cassino. Pochi giorni dopo viene acciuffata una baby gang. All’inizio di novembre nella baraccopoli sotto Ponte Marconi viene sorpreso un gruppo di romeni con quintali di trecce di rame rubato dalla vicina ferrovia. Lunedì scorso altri quattro romeni, tra i 20 e i 22 anni, vengono arrestati dagli agenti del commissariato Prenestino in piazza Cesare de Cupis: all’interno dell’auto avevano 350 chilogrammi di rame, rubato poco prima in un cantiere in via Prenestina. Ieri, infine, altri due romeni vengono sorpresi mentre tentavano di rubare rame nei pressi della stazione Eur Magliana della linea B della metropolitana. A bloccarli sono i vigilantes in servizio con la collaborazione dei carabinieri. La società Met.Ro. ha fatto sapere che, in seguito alle interruzioni del segnalamento che avviene sui cavi in “oro rosso” e ai numerosi tentativi di furto di trecce di rame, si è coordinata con le forze dell’ordine consentendo loro di intervenire tempestivamente. In aumento anche i furti dei pesanti tombini in ghisa dai chiusini delle fogne, epicentro fra Ponte di Nona e Tor Sapienza. I rom li rivendono a 20-25 euro ognuno. Soldi facili. Ora però gli episodi si moltiplicano anche più a sud.

«L’Ufficio tecnico del XV - spiega il consigliere Augusto Santori, An - ha rilevato la sparizione di circa 100 tombini fra Marconi e Portuense. Esiste un piano per rimetterne al loro posto degli altri, ma i furti sono più veloci della posa. I chiusini aperti sono pericolosissimi per pedoni, automobilisti, motociclisti».

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