Economia

Via alla fusione Aem-Asm Un nome a sorpresa: A2A

da Milano

Il «sì» era scontato ma il matrimonio Aem Milano-Asm Brescia, sancito ieri dalle due assemblee degli azionisti, resta sempre importante. Nasce A2A, un nome quasi a sorpresa con una capitalizzazione di Borsa di 9 miliardi e ricavi per 9,4: «Abbiamo fatto una ricerca spasmodica per evitare che qualcun altro impugnasse il nome. In prima battuta avevamo scelto E+, ma è una sigla già usata in Germania. Allora siamo andati su A2A» ha detto il presidente di Aem, Giuliano Zuccoli, «ci auguriamo diventi A3A o anche A4A», riferendosi alla possibilità che anche altre utilities entrino a rafforzare la nuova società. A2A si pone infatti come il possibile polo di aggregazione tra le altre ex municipalizzate, ma con prudenza: «Noi siamo stati i primi sostenitori di un modello renano delle utility anche in Italia. Ma ad oggi occorre essere realisti e misurare i nostri passi. Già la fusione tra Aem e Asm è un grosso passo in avanti. Da lì a fare il grande balzo per la multiutility del Nord credo sia necessario lavorare molto» ha aggiunto Zuccoli, che poi però si è un po’ sbilanciato: «La capacità di chiudere un’operazione complessa come questa sta invogliando altri operatori a compiere la stessa strada. Quindi l’idea che possa essere accelerato il processo di integrazione è un’ipotesi seria. Questo è l’inizio di un processo che ci porterà fuori dall’Italia: la dimensione di un operatore come noi deve essere al minimo quella europea».
Tra l’altro, l’ipotesi di inglobare il 51% che Aem possiede in Delmi (che controlla pariteticamente con Edf Transalpina di Energia che a sua volta ha in pancia il 63% di Edison) è «affascinante» in una prospettiva di accorciamento della catena di controllo di Edison ha ammesso Zuccoli, che ha però fatto notare che «è un’operazione che deve essere il frutto di una logica strategica-industriale e non solo politica». Il riferimento alla politica è legato al fatto che se Delmi venisse incorporata nella futura A2A si diluirebbe la presa sulla nuova società da parte dei Comuni di Milano e Brescia. D’altro canto, Renzo Capra, presidente di Asm, ha fatto notare che «dovremo imparare è che si può governare anche con meno» della maggioranza assoluta.
E a proposito di Delmi, Edison ed Edf, «il patto su Edison scadrà a marzo quindi stiamo riflettendo nell’interesse di Edison su come ritarare il patto», ha dichiarato Zuccoli. «I rapporti sono stati positivi in questi mesi con Edison - ha aggiunto - la nostra presenza è strategica come quella di Edf. Siamo in una fase delicata, ma non è ipotizzabile una rottura». Alla domanda se l’obiettivo è quello di modificare la governance, Zuccoli ha risposto: «Sì», senza però indicare in che termini.
Infine un po’ di cifre: 80 milioni di sinergie all’anno derivanti dalla fusione con Asm sono «una stima prudente» ha detto Zuccoli.

Il nuovo piano industriale sarà presentato a gennaio.

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