«Il futuro dipende da noi»

Giovanni Porcella

Non le manda a dire a nessuno, non fa giri di parole. Giovanni Vavassori sa quali corde toccare per fotografare la partita di domani al Ferraris. Questo Genoa-Salernitana nato tra i veleni arriva al fatidico punto di non ritorno: dentro o fuori e il tecnico lo fa capire bene: «È uno di quegli appuntamenti che segnano inevitabilmente il futuro di una società e di una squadra. Noi lo sappiamo che cosa ci andiamo a giocare e penso che il concetto ce l'abbia ben chiaro anche la nostra gente. Siamo arrivati al dunque».
Vavassori alle tensioni c'è abituato, ma le dure critiche arrivate al Genoa dal Salerno per bocca dell'ex direttore sportivo del Grifone ed ora alle dipendenze del club amaranto Imborgia non gli sono andate giù: «Con Imborgia siamo amici, abbiamo giocato insieme nel Cagliari ma onestamente ha perso un'occasione per stare zitto. Lui dovrebbe pensare piuttosto ai problemi della Salernitana che a questo punto non sono pochi».
Oggi a Pegli l'allenamento sarà a porte chiuse. Vavassori blinda il gruppo, nasconde schemi al suo collega Cuoghi che già parte con il vantaggio di aver vinto all'andata e che quindi può ragionare sull'ottica di due risultati utili su tre. Ma il Genoa ce la può fare ad arrivare alla finale play- off. Ci credono i giocatori, lo sentono i tifosi che ieri, malgrado un giorno di festa, hanno staccato altri biglietti in prevendita ed in 200 hanno accompagnato Rossi e compagni a Pegli con cori, applausi e persino fumogeni. Antipasto del clima che si respirerà domani a Marassi dove sono attesi circa 30mila spettatori di cui 1500 provenienti da Salerno. Vavassori ha compreso che lo stadio sarà una bolgia ma sa che in campo ci vanno sì dei giocatori, ma prima di tutto degli uomini: «Lo ripeto da giorni, non dovremo commettere gli stessi errori di concentrazione che sono stati fatti a Salerno. Chiedo a tutti di dare di più del cento per cento in campo. E so che i ragazzi non mi deluderanno. Abbiamo fin troppe motivazioni».
Resta il fattore tattico. E qui Valvassori concede pochissimo: «Potremmo partire con lo stesso modulo della gara dell'andata. Anche in attacco quella è la base, ma bisognerà valutare tante cose». Di sicuro c'è la difesa che sarà schierata con Lamacchi, Ambrogioni, Baldini e Stellini davanti al portiere Scarpi. Le rimanenti sono solo ipotesi. A centrocampo dovrebbero giostrare Divezze, Coppola e Moretti con Botta valida alternativa a tutti e tre senza dimenticare Rivaldo e Mamede. In avanti Rossi, Iliev e Zaniolo sono i candidati a vestire una maglia da titolare ma solo quest'ultimo è certo di giocare. Vavassori mischia le carte e tiene tutti sulla corda. Così Lopez potrebbe fare coppia con Zaniolo oppure la scelta finale potrebbe cadere su uno tra Grabbi e Caccia. Sono questi gli ultimi pensieri non da poco di un tecnico coraggioso che nella sua semplicità dimostra di non essere ancora andato nel pallone.

Testa fredda, proprio quello che serve per un tipo di gara come quella di domani. Al resto ci penserà il cuore caldo di tutto il popolo rossoblù stanco di infiniti patimenti e di altrettante umiliazioni. La storia del Genoa è dinuovo ad un bivio.

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