
Riapre oggi la Rizzoli, libreria tra le più amate dai milanesi. In Galleria dal 1949, dopo un periodo di ristrutturazione, si ripresenta al pubblico rinnovata anche nel nome: non più Rizzoli Galleria, bensì Rizzoli Milano. Una scelta per sottolineare che di posti così ce ne sono solo due, in due capitali del mondo: questa e la sua gemella, Rizzoli New York. Dal 2015 la proprietà della casa editrice e delle librerie è passata a Mondadori, che ieri mattina ha celebrato l'evento della riapertura alla presenza dei top manager e, nella serata inaugurale, di Marina Berlusconi, presidente di Mondadori e Fininvest (holding di controllo).
«Rizzoli ha detto l'Ad di Mondadori Antonio Porro - è una libreria dalla forte identità e internazionale. L'idea era di migliorarla senza snaturarla. Ci siamo riusciti anche grazie alla collaborazione pubblico-privato, per alzare il livello culturale della nostra città e delle future generazioni». Un'intesa sottolineata dall'assessore al Bilancio Emmanuel Conte che ha ricordato l'impegno del Comune per le librerie milanesi: «Rizzoli resterà in Galleria per altri 18 anni, confermando il legame indissolubile con la città, che non la considera come uno spazio commerciale: le tre librerie presenti hanno diritto a rimanere in Galleria senza gara e con un canone più basso». L'investimento è stato di 1,5-2 milioni, forchetta che separa la parte privata da quella pubblica e che ha implicato anche una riduzione della superficie: la nuova libreria sarà più piccola. I 300 metri quadri del primo piano sono usciti dal perimetro, che è rimasto di 1.100 metri, su piano terra e meno uno. Per ridisegnare gli spazi Mondadori ha chiamato Paolo Lucchetta, lo stesso architetto che aveva già rinnovato Rizzoli nel 2014. «Mi hanno considerato erede dell'identità di questo luogo» ci dice. Obiettivo? «Attualizzare senza snaturare, leggendo tutti gli elementi e i materiali distintivi adattandoli ai tempi attuali». Per esempio la tecnologia: «Dieci anni fa era considerata una minaccia. Oggi non è più antagonista, è al servizio del prodotto (trovalibro, casse automatiche)». E poi qualche meraviglia che rende questa libreria unica. A partire dall'ottagono, la sala in fondo all'entrata, che riprende la forma dello spazio al centro della Galleria anche nel lucernario che la sormonta, dal quale entra la luce del giorno. «L'ottagono spiega Lucchetta è lo spazio più internazionale e più caratteristico». Libri in lingua originale per una Milano che, oltre ai turisti, ha il 15% di residenti stranieri. Tra loro tanti giovani: dei 300mila studenti universitari, il 25% è straniero, vive qui per tre, cinque o più anni, legge e compra libri cartacei. «Il 20% dei volumi che si vendono qui sono in lingua originale aggiunge Carmine Perna, ad di Mondadori Retail e il 40% dei clienti sono stranieri». Nel piano interrato gli spazi dedicati a tre altri punti di forza: bambini e ragazzi fino ai 15 anni, la saggistica e gli spazi per gli eventi, circondati dagli «illustrati» delle eccellenze milanesi arte, moda e design. «Così abbiamo mantenuto l'identità di una bottega storica come questa spiega Lucchetta lavorando su spazi, modalità espositive e i materiali». Sono gli ottoni originali delle insegne e delle maniglie piuttosto che il ciliegio americano degli scaffali.
Elementi che rendono riconoscibile e prezioso un luogo che almeno fino al 2043 resterà qui. Per quelli che hanno sempre sul comodino una pila di libri che fatica a scendere, questo è un luogo dove andare sicuri per farla crescere a dismisura.
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