G20: «Ripresa più vicina, ma gli aiuti non vanno rimossi»

nostro inviato a Londra

L’economia migliora, lo confermano anche le ultime stime del Fondo monetario internazionale. Ma non migliora tanto da indurre i Paesi del G20 a ridurre gli aiuti per sostenere la crescita. I pacchetti di sostegno pubblico dovranno proseguire fino a quando l’uscita dalla crisi sarà certa, diranno oggi i ministri finanziari del Gruppo, riuniti a Londra per preparare il summit di Pittsburgh di fine mese. Allo stesso tempo è necessario studiare i primi passi per la cosiddetta «exit strategy» dalle politiche di sostegno. La Bce ha già preparato una strategia di uscita dalla montagna di liquidità immessa nel sistema: «I cittadini europei - spiega il presidente Jean-Claude Trichet sul Financial Times - devono aver fiducia sulla determinazione e la capacità della Bce di evitare effetti negativi sulla stabilità dei prezzi», dunque sull’inflazione.
Prima di arrivare nella capitale britannica per la riunione dei ministri delle Finanze del G20 il direttore generale del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha illustrato la situazione dell’economia a livello globale, spiegando che la ripresa c'è, ma è lenta e fragile, e pone problemi sul fronte dell’occupazione. Le cifre indicano una recessione leggermente meno pronunciata per quest’anno (-1,3% rispetto al -1,4% della stima precedente) e una crescita 2010 a ridosso del 3% contro il 2,5% previsto nei mesi scorsi. I rischi che gravano sull’economia globale si stanno attenuando, ma il Fmi è preoccupato per i costi sociali che saranno da affrontare in termini di disoccupazione, in una possibile «fase tre» della crisi. Ieri, dagli Stati Uniti, sono giunte cifre non confortanti, con la disoccupazione cresciuta in agosto al 9,7%, il dato più elevato dal lontano 1983, con 216mila posti persi in un solo mese dopo i 276mila di luglio. Anche per questo motivo, Strauss-Kahn è molto prudente sulla conclusione della fase di aiuti all’economia, che a suo giudizio devono proseguire fino a quando la ripresa diventerà davvero solida e la disoccupazione si ridurrà.
Una posizione condivisa al 100% dal segretario al Tesoro americano Tim Geithner, che ieri ha incontrato a Londra il presidente del Financial stability board, Mario Draghi, per discutere delle nuove regole per la finanza, in particolare il rafforzamento dei requisiti patrimoniali per le banche e regole ancora più stringenti per le istituzioni finanziarie di interesse sistemico, e dello stop ai super bonus dei banchieri. A questo proposito l’ospite della riunione londinese, il Cancelliere dello scacchiere Alistair Darling, pensa che si troverà un accordo a livello internazionale, con un «robusto assetto di regole», ma aggiunge che sarà difficile accettare il modello francese.

Ieri sera, a cena, i ministri finanziari del G20, con Giulio Tremonti per l’Italia, hanno discusso la riforma del Fmi e della Banca mondiale. I Paesi emergenti - Cina, India, Brasile e altri - chiedono che venga loro assegnato un 7% in più delle quote Fmi, a scapito dell’Europa.

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