È stato un pomeriggio da brividi, incorniciato dal ricordo di Gabriele Sandri e dalle lacrime di chi ha adottato «Gabbo» come un fratello. Lazio-Parma è scivolata così, in una atmosfera surreale per come è cominciata, col pubblico della curva Nord che sè assiepato sugli spalti solo venti minuti dopo linizio del match e per come si è conclusa, col gol del più laziale dei laziali, Firmani, che ha regalato al novantesimo tre punti d'oro alla sua squadra.
Ma il suo tiro, svirgolato su un campo bagnato dallincessante pioggia e maldestramente deviato da un avversario nellangolino alla destra di Bucci, già lo ricordano in pochi. Tutti, invece, rammenteranno labbraccio che il centrocampista di Formello ha dedicato al tifoso laziale morto due settimane fa, sia pure in maniera virtuale, al termine duna corsa a perdifiato che sè conclusa al cospetto delleffigie del deejay posizionata a bordo campo. Lui lì, e i compagni di squadra addosso alla vetrata che divide i tifosi dal campo, quasi a suggellare con un gesto semplice ma che diventerà storico ununione necessaria per riflettere e ragionare sul da farsi.
«Tutto questo è indescrivibile, quasi non ci credo, è tutta la settimana che penso a Gabriele e che avrebbe fatto segnare me, non so perché», ha ammesso il goleador di giornata dopo il triplice fischio. «È un gol di indescrivibile importanza, è il più prezioso che potessi fare, meglio anche del derby, è una emozione immensa. Calcisticamente è la giornata più bella della mia vita, credo di non esagerare dicendo che un momento come questo non lo rivivrò mai più», ha poi aggiunto Firmani, visibilmente emozionato al termine duna sfida che resterà ben impressa nella sua memoria.
Naturali, poi, lammissione («è stato difficile giocare con questo clima, il ricordo di Gabriele era troppo vicino, ci tenevamo a far bene»), e linevitabile commento post gara: «È un momento delicato per noi - ha concluso il biancoceleste - ma quando succedono queste cose il calcio e il risultato diventano relativi. Non potevamo permetterci un pareggio, labbiamo voluto fino in fondo e la vittoria è arrivata alla fine».
In sintonia col ventinovenne centrocampista calcisticamente nato con la Cisco Roma anche lamico di «Gabbo», il difensore Lorenzo De Silvestri: «Era importante ricordare Gabriele e mi hanno fatto piacere le parole di Couto e Corradi che hanno anche mandato i saluti alla famiglia: tutti sono rimasti colpiti per questa tragica situazione». Il difensore, costretto a uscire dal campo al minuto numero 26 («mi spiace, ci tenevo a stare in campo, ma a un certo punto non ce la facevo proprio più»), ha poi rivelato un retroscena: «Firmani prima della partita mi aveva detto oggi facciamo gol io o te, che siamo di Roma».
De Silvestri non dimenticherà lamico scomparso: «Farò di tutto per ricordarlo sempre ogni domenica, anche se ancora non ci credo.
Lazio-Parma è andata in archivio, ma il ricordo di Gabriele Sandri resterà vivo. Per sempre.
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