nostro inviato a Gubbio
«Sa cosa mi dicevano i miei cittadini al mercato?».
No governatore Galan, che cosa le dicevano?
«Presidente, quandè che diventiamo autonomi?».
Lo dica in veneto
«Ciò presidente, quando ze che diventemo autonomi?».
E lei?
«Stemo a vedare
».
Adesso cosa direbbe al mercato?
«Ora dico: tra poco lo diventiamo, autonomi».
Parte il federalismo fiscale: dice grazie alla Lega?
«Non è solo merito della Lega, gli amici della Lega certo hanno grandi meriti ma il federalismo fiscale è una vittoria di Forza Italia, del centrodestra, arriva dopo un lavoro di quindici anni. Questa riforma non è una bandiera della Lega».
Le è scappato detto in questi giorni «troppi soldi a Roma», è così?
«Cè sempre questa storia di Roma capitale, per finanziare un ospedale di Roma ci siamo svenati
Un ospedale romano in un anno ha realizzato il deficit della sanità veneta e a Roma hanno pensato di fare un festival del cinema. Parigi mai si sognerebbe di fare un festival per far concorrenza a Cannes».
Qui a Gubbio lei ha appena detto che «si accontenta» di questa bozza. Si aspettava di più?
«Ho delle critiche. Ma la considero una grande vittoria, deve essere davvero vissuto come un risultato faticosissimamente raggiunto. Il federalismo veniva vissuto come una riforma del nord contro il sud. Ora non cè più questa convinzione e mi ha fatto un grande piacere. Il grande merito è che questa riforma è stata condivisa dal nord e dal sud».
Perché faticosissimamente raggiunto?
«Allinizio le opposizioni erano fortissime. Far capire a Loiero che il federalismo gli faceva bene era come spiegare al tacchino che il Natale è una bella ricorrenza».
Partiamo dalle cose che le piacciono.
«Il concetto di responsabilità degli amministratori. Saranno perfettamente identificati nelle loro responsabilità. Gli amministratori di tutta Italia amministreranno meglio, io per esempio mi sento più responsabilizzato».
Il federalismo fiscale è stato possibile anche perché in Italia è cambiata la mentalità e si attribuiscono colpe specifiche agli amministratori per disastri del territorio, come in Campania?
«Sì, è cambiata la mentalità. Faccio io una domanda: alle ultime elezioni abbiamo stravinto, ma se Formigoni e io avessimo governato come Bassolino e Loiero come sarebbe andata a finire?».
Un altro punto forte della bozza sul federalismo?
«Si introduce anche questo concetto: basta premiare chi ha sprecato, i rimborsi a piè di lista. Prima si premiava chi sprecava, una violenza per i buoni amministratori. Ora il pareggio di bilancio diventa un obbligo».
I tempi di attuazione del federalismo per lei sono troppo lunghi vero?
«Sì. Qui ci costringete a fare, a Roberto (Formigoni ndr) e a me, non il quarto mandato ma il quinto... Ventanni sono giusti ma venticinque sono troppi».
Si poteva osare di più?
Mi sarei aspettato che ci fosse quello che cera nel programma di governo: le Province abolite. Invece non cè un accenno. Mi hanno spiegato che sarebbe stato una modifica costituzionale. Se non è una balla, allora il governo porti labolizione delle province in un prossimo disegno di legge in tempi rapidi. Le competenze che hanno le Province possono benissimo essere trasferite in grandissima misura ai Comuni e per una parte alle Regioni».
Altri enti costosi intermedi da eliminare?
«Le comunità montane. Mi aspettavo poi che il governo affrontasse un tema spinoso: sono legittimi i privilegi delle regioni a statuto speciale? Violante una volta disse: È un tema così scottante che nessuno avrà il coraggio di affrontarlo. Cè addirittura il paradosso per cui tanti comuni chiedono di andare a far parte di regioni a statuto speciale, il che corrisponde al trasferimento della residenza in un paradiso fiscale.
Alla Lega cosa dice?
«Sono contento che per Bossi sia stato un grande giorno, davvero sono felice. Ma non si pensi che in questi quindici anni io e Formigoni abbiamo giocato a briscola!».
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