Ne ha fatta di strada in oltre mezzo secolo, da quando, neanche tanto in punta di piedi, è entrata nelle case. In Italia era il 1954, in altri stati, come la Gran Bretagna, era prima ancora. All'epoca era uno scatolotto dal quale uscivano voci e immagini in bianco e nero, oggi è ultra piatta, a colori e si parla già di banda larga, quella, per intenderci, che in un futuro ormai prossimo ci permetterà di veder scorrere sulla tv di casa le immagini provenienti da internet e dal computer. Oggi, poi è perfino un oggetto di arredamento e talvolta fa pure tendenza. Anche mezzo secolo fa faceva tendenza, ma soltanto perché collegava l'interno dell'abitazione di una qualsiasi famiglia con il mondo intero. E questo stupiva. Stupiva e meravigliava. Nessuno avrebbe mai pensato che su quegli schermi, piccoli per definizione in confronto a quelli grandi dei cinema, sarebbe scorso il filmato del primo uomo sulla luna, solo per citare forse l'avvenimento per antonomasia senza confini.
Storia di sessant'anni di vita, storia sociale del Vecchio e del Nuovo Continente, ma storia sociale anche di un mezzo, la televisione appunto, che forse più di ogni altro si è trasformato in questi decenni più e più volte. Una vicenda lunghissima che Enrico Menduni ha sintetizzato in 136 pagine ricchissime di informazioni, passaggi, evoluzioni tecniche e imprenditoriali nella riedizione del suo volume dal titolo «Televisioni» (Il Mulino, pp. 136, euro 9,80). E molto infatti è cambiato in tutti questi lustri: il monocanale degli esordi si è moltiplicato a dismisura per la gioia del telespettatore, il colore ha sostituito il bianco e nero, il telecomando ha permesso di starsene seduti in poltrona e «visitare» ogni spazio magari osservando più trasmissioni contemporaneamente.
Modifiche che hanno stravolto anche il modo di fare informazione: dalla sciatta enunciazione della notizia si è arrivati all'approfondimento e al dibattito. E oggi anche al confronto. Un'arena in cui entra anche l'appeal fisico di conduttrici e conduttori, in cui la scelta degli argomenti spesso divide la platea in due metà pronte a contrapporsi e a sfidarsi dandosi sulla voce, urlando talvolta perfino improperi, ma dando spettacolo. Uno show che ha suscitato i commenti più disparati: dal trash all'intrattenimento, dal profumo dei salotti a quello della strada. Si è arrivati alla frontiera del politainment e dell'infotainment. Argomenti che si rimescolano e facce che si accavallano, oggi con politici che parlano di sport e domani con sportivi che parlano di politica. Poi ognuno torna alle sue faccende consuete e torna anche in tv a pontificare su ciò che lo riguarda in prima persona: la politica per i politici, lo sport per gli sportivi.
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