«Per noi è peggio della Sla, non riusciamo neanche a comunicare con lui». Giancarlo Galdiolo, 61 anni, sino a poco tempo disputava ancora partitelle, da un mese non è più autosufficiente, mente e corpo non rispondono più. Ieri a Bagno a Ripoli (Firenze) i tre figli ne hanno raccontato il dramma. «Soffre di una demenza frontotemporale - spiega commosso Alessandro -, genera un deterioramento cognitivo che parte dal cervello. Prima allenava i bambini, a dicembre sembrava assente, gli esami hanno escluso l'Alzheimer, evidenziando quanto siano compromessi cervello e neurone motorio».
Adesso quel durissimo stopper padovano (229 partite nella Fiorentina '70-'80) è sempre irrequieto, chiede della moglie Maria Rosa, che lo assiste 24 ore su 24, soprattutto con la figlia Eleonora, futura infermiera. Sostegno economico arriva dall'associazione ex viola (presenti ieri Roggi, Antognoni, Giovanni Galli, Desolati, Galbiati e Lorenzo Amoruso), la malattia però non si arresta. «Papà ha perso 8 chili - dice il primogenito Alberto -, nonostante mangi tante proteine. L'abbiamo portato in cinque cliniche, chiediamo aiuto alla ricerca». Il professor Giorgio Galanti, medico della Fiorentina, studierà mille calciatori per vedere se questo caso sia collegabile allo sport.
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