Galleria chiusa e traffico in tilt

Polemiche per la manifestazione a piazza Farnese

Continuano le polemiche sulla manifestazione «Diritti ora!» organizzata a piazza Farnese sabato 10 marzo dall’Arcigay. L’appuntamento è per reclamare una legge nazionale a favore dell’unione civile delle coppie omosex. La manifestazione è patrocinata e, questa la novità dell’ultima ora, sostenuta sul piano organizzativo dal Comune di Roma.
Veltroni ha varcato il Rubicone e preso posizione. Proprio mentre i Dico spariscono dall’agenda del governo Prodi, a Roma c’è chi si prepara a raccogliere il testimone. E a cavalcare l’onda d’urto della sinistra radicale che chiede di andare oltre il ddl Bindi-Pollastrini, oltre i Dico, definiti «confusi e insufficienti» dal segretario nazionale Arcigay Aurelio Mancuso. Massiccia la presenza a piazza Farnese delle forze politiche che sostengono il sindaco di Roma. Annunciati i consiglieri Quadrana (Rnp), Patanè (Ulivo per Veltroni), l’assessore Gramaglia, Massimiliano Smeriglio (Rc), Nicola Zingaretti (Ds), Letizia Cicconi (Ds), Cardente (Verdi), Enzo Foschi (Ds), la delegata alla multietnicità Franca Eckert. Guarda oltre il vicepresidente di Palazzo Valentini Nando Simeone (Rc): «La legge nazionale reclamata dalla manifestazione “Diritti ora!” è un dovere da parte delle istituzioni e delle forze politiche che rappresentano la società». Dunque, nessuna scelta di coscienza, ma un impegno politico e fattivo della sinistra dove governa. Roma in testa.
L’Arcigay prevede l’arrivo di decine di migliaia di persone. Fra gli altri Luxuria, il ministro Pecoraro Scanio, Manconi. Mariella Gramaglia tiene a puntualizzare che il suo assessorato, quello alle Pari opportunità, ha concesso il patrocinio, ma «senza spese» per l’amministrazione comunale. «Rivendico - sottolinea Gramaglia - la giustezza del fatto che l’assessorato conceda il proprio patrocinio a eventi come questo, che hanno lo scopo di stimolare l’attenzione dell’opinione pubblica su temi come il rispetto dei diritti civili ed il superamento di discriminazioni e barriere davvero anacronistiche».
Punti di vista, su cui ognuno è libero di farsi un’idea. Ma il Campidoglio, contrariamente a quanto afferma la Gramaglia, non si sta limitando in realtà al patrocinio. E se lo dicono gli organizzatori, c’è da crederci. «Il Comune di Roma ci ha assicurato una collaborazione logistica e organizzativa che si tradurrà, tra l’altro, nel mettere a disposizione la piazza, gli spazi comunali per le affissioni dei manifesti e sms per pubblicizzare l’evento» dichiara all’agenzia Il Velino Alessandro Zan, coordinatore nazionale della manifestazione: «Abbiamo un fax con cui il Comune ci assicura che darà una mano alla nostra segreteria organizzativa anche per quanto riguarda l’allestimento del palco e il servizio di controllo». Dunque, molto più che il patrocinio. Allestimento palco, affissione manifesti, allaccio energia elettrica per il concerto, spazzatura straordinaria. Senza dimenticare le mille locandine sui bus Atac. Quanto costerà tutto questo?
Dall’opposizione tuona il consigliere Dino Gasperini, Udc: «È una follia, neanche un euro deve andare dal Comune a una manifestazione che spacca in due la società». «Ai moderati di Margherita e Udeur che ancora si ostinano a sostenere la giunta capitolina chiediamo un sussulto di dignità» afferma il deputato di Fi Francesco Giro.

Contro Veltroni anche l’Associazione Famiglia e Valori: «Come può il sindaco dichiarare di essere il sindaco di tutti i romani quando consente ad alcuni municipi di istituire registri per le unioni civili e accorda addirittura il patrocinio alla manifestazione dell’Arcigay?» si chiede il presidente dell’associazione, Nicola Di Stefano.

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