Galliani parla a Della Valle: «Non si tratta»

Galliani parla a Della Valle: «Non si tratta»

Sono ripresi ieri i rapporti diplomatici, al telefono, tra Adriano Galliani e Diego Della Valle. Come presidente di Lega il dirigente berlusconiano ha dovuto rispondere al patron della Fiorentina, al termine del lungo e polemico week-end sul tema dei diritti televisivi. Ma di certo le posizioni sono rimaste le stesse. Non solo. Galliani ha fatto capire al suo interlocutore che se la ricucitura avvenuta dopo la sua rielezione fu possibile, questa volta lo strappo è stato tale - insulti ed ingiurie al premier, polemiche politiche comprese - da non poter prevedere alcuna riconciliazione. Esaurita la forma, ecco la sostanza del colloquio. Galliani ha ricordato a Della Valle lo stato dell’arte in materia di diritti televisivi: esiste una delibera dell’assemblea delle società, votata a stragrande maggioranza, che prevede per l’attuale stagione, come mutualità, il 18% su base allargata (compresi umts, le altre tecnologie, ndr) e per il prossimo torneo il 19% su base allargata. Tutti gli eventuali nuovi accordi, dunque, possono far data dal 1º luglio del 2007 e non prima.
D’altra parte, la mutualità, per le tre grandi, accusate di lasciare le briciole alle medio-piccole, ammonta a circa 15 milioni per stagione, cioè la bellezza di 30 miliardi di vecchie lire.

E infatti, mentre Zamparini continua a gridare («prima del ’99 le tre vendevano i diritti soggettivi, andrebbero squalificate»), il suo Palermo puntualmente riscuote le fatture del famoso 18%, come ha fatto con il Milan, incassando, in anticipo, una bella cifra, tra 800 e 900mila euro, cui si aggiungerà il conguaglio della Lega sul botteghino. Domani il ministro Landolfi apre il tavolo sull’argomento. E ieri sera ha detto: «La legge tv è da cambiare perché riferita a un contesto che è preistoria».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica